Lista d'attesa (Lista de Espera)
Juan Carlos Tabio - Cuba 2000 - 1h 42'

da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro)

Per fortuna qualche volta non solo i treni non arrivano in orario, ma neanche gli autobus. Ne fanno le spese, nell’intelligente film di Juan Carlos Tabío Lista d’attesa, un gruppo di cittadini cubani che, in attesa che il bus di una stazione di provincia venga riparato, prima s’innervosiscono, battibeccano, un cieco si trova in difficoltà, innamorati e parenti soffrono, anziani si lamentano, poi ciascuno comincia a sfruttare il suo patrimonio sommerso di solidarietà. Il fattore umano esiste e resiste, anche l’infernale e ottusa burocrazia, l’omologazione dei sentimenti. E questa fauna di piccola e varia umanità s’industria per rendere questo posto fuori dal mondo un luogo incantevole, una mini utopia, si pensa pure a una biblioteca, si pittura, si lucida, si ricomincia ad amarsi e a guardare il paesaggio. Morale: se costretti alla coabitazione, viene un momento in cui nasce la voglia di collaborare. Metaforico o no della situazione cubana - il regista, già coautore di Fragola e cioccolata, dice di no e dobbiamo credergli -, il film è una delizia di piccole, anche ovvie annotazioni tessute a mano, di ritratti sgocciolanti di sentimento. Viene in mente il neo realismo rosa dell’Italia anni ’50, con la stessa rimpianta speranza e lo stesso simpatico ottimismo. Lista d’attesa è la radiografia della società cubana, ma per fortuna va oltre e diventa una commedia che mira alle maschere della tipologia umana che si trova in panne. È come un «catastrofico» in cui ci si dimentica dell’incidente e in cui il regista riesce a far comunella con i suoi personaggi, entrando in intimità, ma evitando la retorica e inserendo un po’ di cinismo. Recitato da volti anche noti con contagiosa simpatia e partecipazione, il film rischia di essere quello più adatto alle feste del 2000.

LUX gennaio 2001

  TORRESINO ALL'APERTO! giugno-agosto 2001

Dobbiamo confessarlo, Lista d'attesa è uno dei film più apprezzati (da critica e pubblico) della stagione, ma non è per noi un titolo superlativo. Al suo posto, nella serie, avrebbe dovuto esserci Amores Perros, messicano, già presentato a maggio in cinema invisibile, ma per vari motivi non è stato possibile metterlo in cartellone…

 

per tamburini... Una commedia dell'utopia che solo a Cuba può trovare pretesto e concretezza: se un autobus si rompe la stazione delle corriere diventa metafora del mondo, sorriso e amarezza si bilanciano e il gioco cinematografico vive di leggerezza, simpatia e umanità.