Jimmy della Collina
Enrico Pau - Italia 2006 - 1h 26'

     Fa piacere segnalare Jimmy della Collina del sardo Enrico Pau, un bel film che fatica a rendersi visibile. Jimmy è di famiglia operaia e, non ancora diciottenne, è già un delinquente. Per ribellione, indifferenza, rifiuto, assenza di opportunità e prospettive, mancanza di fiducia nella vita, negli altri, in se stesso. Ragioni che non sa esprimere se non nel mutismo e nell'ostilità.
Beccato al primo tentativo di rapina è finito in carcere minorile da dove, grazie all'opera di sacerdoti e volontari, si trasferisce in una comunità di recupero. Ma vuole solo scappare. Ci riuscirà, rubando dalla cassa della comunità il necessario a pagarsi falsi documenti per raggiungere il miraggio del Messico. Ma il tizio che dovrebbe fornirglieli lo deruba, lo picchia, e lo lascia lì, solo con la decisione di che cosa fare di sé. Prenderà la via del riscatto o insisterà su quella distruttiva e autodistruttiva? Tratto da un racconto di Massimo Carlotto, il film esprime qualcosa di cui il cinema italiano ha bisogno: uno sguardo deciso e personale. Senza essere un documentario dà la percezione di una verità sociale e generazionale. Intensi
film precedente in archivio Valentina Carnelutti e il protagonista Nicola Adamo. Intorno: veri ospiti di carcere minorile e comunità.


Paolo D'Agostini - La Repubblica

     Jimmy e la sua terra, devastata da una raffineria. Jimmy e il suo male di vivere, contrapposto ai suoi sogni: un viaggio (una fuga) in Messico, lontano da Dio e dagli uomini che finora lo hanno circondato. I genitori lo vorrebbero in fabbrica, ma lui - quasi diciottenne - ha una faccia da cinema e una testa che pensa ad altro. E così, ecco una rapina, che finisce male, e la galera, che naturalmente è peggio della pur angosciante prospettiva di una carriera da operaio. Ma in prigione una nuova opportunità potrebbe affrancarlo da un destino che pare già segnato: una comunità, un prete non ingombrante e soprattutto una giovane donna dal passato oscuro e sicuramente avaro di felicità, verso la quale Jimmy, salito sulla collina di una possibile rinascita, nutre contrastanti sentimenti. Forse non è amore, forse è solo attrazione. Enrico Pau conferma il talento di Pesi leggeri, la sua opera prima mai distribuita regolarmente. Il suo è uno sguardo cinematografico puro e colto, mai banale, poetico e sofferto, totalmente svincolato dagli stereotipi. La cinepresa vola tra Messico e nuvole, confortata dalle parole del libro di Massimo Carlotto (a cui il film si ispira: lo scrittore compare alla fine in un importante cameo rivelatore), da una faccia ben scelta (Nicola Adamo) e da un’attrice che finalmente ha il ruolo che si merita, vale a dire Valentina Carnelutti, una Claudia che sottrae alla recitazione il dolore di un’esistenza brutale eppure libera e vitale.


Aldo Fittante - FilmTv

 cinema invisibile TORRESINO ottobre-dicembre 2008
sarà presente in sala lo scrittore Massimo Carlotto

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