Jesus' Son |
da La Repubblica (Roberto Nepoti)
Jesus' Son di Alison MacLean è, contemporaneamente, un monumento all'estetica del cinema indipendente odierno, genere Sundance Film Festival, e un revival dei modi di moda sullo schermo tre decenni fa. A partire dai racconti di Denis Johnson, la regista neozelandese ci riporta agli anni 70, alla cultura della droga e alle atmosfere cupe e poetiche, romantiche e nere delle storie di straordinaria marginalità che costellavano i film dell'epoca. Il "figlio di Gesù" (Billy Crudup), soprannominato Fuckhead nella vita di tutti i giorni, è un tossico alla deriva, sempre in cerca di soldi per drogarsi. Quando la sua Michelle (Samantha Morton) muore di overdose, il giovane sbandato diventa protagonista di una profana storia di redenzione, organizzata per capitoletti programmaticamente disordinati, tra un pronto soccorso che sembra la parodia di E.R., e dove il protagonista viene alquanto improbabilmente assunto, e una clinica per disabili abitata da ragazze paralizzate e vecchietti all'ultimo stadio. Sarà qui che Fuckead troverà la forza di disintossicarsi, grazie a una provvidenziale sinergia tra solidarietà sociale e meditazione trascendentale. Malgrado la lezione positiva (non più ciascuno a rincorrere i suoi guai: la droga si vince occupandosi degli altri), che lo ha fatto amare da giovanissimi e cattolici, Jesus' Son non vuol essere un film edificante. La sua chiave rappresentativa è, al contrario, quella dell'umorismo macabro nello schizzare il ritratto insieme beffardo e livido, pessimistico e grottesco, di una generazione affetta da nomadismo esistenziale e da miti autolesionistici. Più che criticare i miti in questione, per la verità, Alison finisce per rilanciarli, con una messa in scena bizzarra e visionaria, vagamente fuori- moda. A confermare il gusto nostalgico dell'operazione, la colonna sonora è un'accattivante compilation di canzoni d'epoca (Neil Young, Creedence ecc.), mentre il "cammeo" di Dennis Hopper è l'omaggio dichiarato a una icona della cultura psichedelica anni Settanta.