Uno
dei meriti della regista danese Lone Scherfig è di aver aderito al Dogma `95, il provocatorio e coercitivo decalogo inventato dal geniale (e punitivo) Lars von Trier, senza sentirsi in dovere di scavare nei torbidi recessi di anime tormentate. Anche se affronta temi dolorosi,
Italiano per principianti li imbastisce in una rinfrescante chiave di commedia contrapponendo lacrime e sorriso, umorismo e rabbia, amore e morte. La cornice è quella di una Copenhagen gelida e periferica dove un piccolo gruppo di personaggi iscritti ad un corso serale di italiano finiscono per condividere assai più che lo studio di una lingua. Il giovane pastore Anders W. Berthelsen, vedovo recente e da poco insediato nella parrocchia, ha paura di perdere la fede:
«E´ nella solitudine che Dio sembra più lontano che mai». Commessa in una pasticceria, Annette Stovelbaek corre il rischio di essere licenziata perché è troppo imbranata (c´entra una repressiva figura paterna), mentre la parrucchiera Ann Eleonora Jorgensen ha problemi con la mamma alcolista. Ci sono poi l´introverso direttore d´albergo Peter Gantzler, con serie difficoltà sessuali, il temperamentale barista Lars Kaalund e la cameriera Sara Indrio Jensen che, pur essendo italiana, ha un motivo personale per frequentare il corso. Ma non è così anche per gli altri, tutti desiderosi di scaldarsi il cuore al riverbero di un´ideale luce mediterranea? Fra incidenti e agnizioni, il film segue il graduale intrecciarsi di rapporti sentimentali e parentali in seno al gruppo, con finale a Venezia, per una gita romantica dove i nodi si sciolgono. Girato agilmente con camera a mano,
Italiano per principianti
ha il pregio di una spontaneità che non sconfina nel dilettantismo. La sceneggiatura è ben scritta dalla Scherfig stessa, gli interpreti trasmettono la naturalezza della vita, ma si vede che dietro il risultato c´è un gran lavoro. E come non essere grati a un film così pieno di simpatia nei confronti
dell'Italia?
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