L'importanza di chiamarsi Ernest
(The
Importance Of Being Earnest) |
Dopo
Il marito ideale,
ancora Oliver Parker
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(Maurizio Porro) - Il Corriere della Sera |
Che cosa non si fa per una sottana: deciso a tutto per conquistare una dama bella e ricca dell'aristocrazia londinese di fine Ottocento, che smania per un nome maschile altero e seduttivo, lo spavaldo Jack simula di chiamarsi Ernesto. Nella giostra di equivoci si mette in mezzo anche l'amico squattrinato a caccia di matrimonio con dote. E' forse la commedia più riuscita di Wilde, che puntava a dimostrare al suo pubblico elegantemente borghese e pomposamente britannico quanto fosse elegantemente borghese e pomposamente britannico, cioè concentrato a raggiungere, nell'ossessione dell'ipocrisia sociale, una stupidità profonda, ma perfetta. Parker, regista di un apprezzato Otello e di un altro, ottimo Wilde (Il marito ideale), sembra smanioso di andar in fretta, forse per la paura di non riuscire ad attualizzare il testo, a un secolo di distanza. Per ora, Wilde non ne ha bisogno. La musica Dixie, datata anni Venti, sollecita l'affanno. La verve degli attori, esperti in quanto purosangue inglesi, rischia di finire nell'istrionismo. Il marchio è dell'americana Miramax. |
Silvio Danese - Il Giorno |
TORRESINO
- marzo
2003 |
rassegna
di film in
lingua inglese sottotitolati in inglese
- ottobre 2011/aprile 2012