da La Repubblica (Tullio Kezich) |
Le
automobili, le rivoltelle, la pioggia, le bottiglie di Coca Cola, la
radio, una coperta a patchwork. In
Gang
c’è di che mandare in estasi un semiologo: una foresta di segni-simboli
che tutti insieme compongono un quadro attendibile e poetico del
gangsterismo rurale negli anni trenta. Non è che il remake di un film del
‘48,
La donna del bandito
di Nicholas Ray, con Cathy O’Donnel e Farley Granger, forse sottova tato
quando usci nella farragine del dopoguerra, forse in seguito
sopravvalutato dalla critica francese. Ma
Thieves Like Us
(il rifacimento i lbera come titolo quello del romanzo originario di
Edward Anderson) ha il taglio di un piccolo classico; e rappresenta certo
il miglior film di Robert
Altman.
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da Dizionario dei Film (a cura di Paolo Mereghetti) |
Ai tempi della Grande Depressione, un giovane evaso (Keith Carradine) si innamora di una ragazzotta di campagna (Shelley Duvall): rapine e uccisioni perpetrate con incoscienza («Il solo rimpianto che ho è di non esser riuscito a giocare in una vera squadra di baseball») si seguono fino a una conclusione amara e inevitabile. Tratto dal romanzo di Edward Anderaon, da cui Ray aveva già tratto La donna del bandito, il film (sceneggiato dal regista, Calder Willingham e Joan Tewksbury) è una splendida ricostruzione dell’America rurale, tra cascinali e vestiti lisi, auto che sembrano carrozze e programmi radiofonici. Altman prosegue, in tono più dimesso ed elegiaco, la lucida indagine sui miti americani del denaro e della violenza iniziata con I compari. Primo ruolo da protagonista per la Duvall, una delle attrici preferite dal regista. |
i giovedì del cinema invisibile TORRESINO gennaio-marzo 2007