Cartone animato in controtendenza (di nuovo gli
animali come protagonisti, una maggiore attenzione all'emozione della fiaba
più che alle sofisticate potenzialità della tecnologia digitale),
La gabbianella e il gatto conferma l'ottima impressione offerta
da La Freccia Azzurra sulla sensibilità
e la capacità illustrativa di Enzo D'Alò e del gruppo torinese
de La lanterna magica (citiamo per tutti Silvio Pautasso, responsabile
dell'animazione), che hanno lavorato su questa trasposizione
del racconto di Luis Sepùlveda con delicata e compiuta sensibilità.
La storia di Fortunata, la gabbianella adottata da alcuni gatti dopo che
mamma Kengah è rimasta avvelenata dal petrolio, ha gli ingredienti
giusti per deliziare i bambini e non infastidire gli adulti: una struttura
narrativa tra la poesia e l'apologo (sull'ecologia e la tolleranza), un
tocco grafico essenziale e comunicativo (naif e coloratissimo), una commento
sonoro fatto di canzoni semplici e accattivanti. E c'è pure, originale
ed apprezzabile, un curioso intreccio tra la sensibilità creativa
dell'autore e l'intrusione della favola nella concretezza del vivere. Se,
come sembra dall'entusiasmo del pubblico, la scommessa produttiva di La
gabbianella e il gatto risulterà vincente, il prossimo progetto
di D'Alò e soci dovrebbe essere il Momo di Michael Ende.
Un augurio sincero alla nuova intraprendenza del cartooning europeo!
|