Ignorato
agli Oscar come l'altro magnifico
Gran Torino, ma premiato al Sundance
e al Noirinfestival,
Frozen River è un finto giallo in cui il colpevole è
la società americana e come Eastwood tratta, in modi diversi, il problema
della coabitazione morale e razziale. Una madre e moglie coraggio,
piantata dal marito che si è giocato al casinò anche la casa, per
sopravvivere con i due figli, in una gelata terra di nessuno tra il Canada
e New York, incontra una ragazza indiana Mohwak che le propone per
guadagnare denaro veloce un traffico di clandestini nel bagagliaio dell'
auto. Uno schifo l'idea e i personaggi, ma lei è bianca e non sospetta,
supporta il viaggio da farsi sul San Lorenzo, un fiume ghiacciato e
pattugliato anche il giorno di Natale. Dapprima ritrosa, poi convinta in
fretta dal bisogno, la donna si fa uno sconto etico, accetta, promuove con
istinto liberal l' illecita causa anche a rischio di finire on ice. Finale
con nota di speranza femminile, mentre gli uomini ci fanno tutti pessima
figura. Girato sotto zero in 24 giorni, il film si apre e si richiude di
continuo alle congetture, diventa sempre diverso, si altera di colore e
penetra nel dolore di due donne diversissime ma che formano una coppia
straordinaria, trovando un punto di contatto e solidarietà, la stessa
espressa dai cittadini di Plattsburgh durante le riprese. Ispirata dalla
cronaca l' autrice e sceneggiatrice Courtney Hunt, con discrezione rara,
sceglie l' amaro sapore del cinema americano anni 70 coniugandolo all'
introspezione di un film all' europea in cui lo sguardo si conficca dentro
a sentimenti sotterranei, il nero dei paesaggi della notte si prolunga
nell' inconscio della platea, promuove denunce sociali annotate sui due
caratteri di donne extra strong. Mentre il mondo cane intorno si deturpa a
vista, anche nei desideri dei piccini in attesa della casa prefabbricata,
la forza dell'amore materno vince sui troppi comandamenti che la società
infrange di continuo: Melissa Leo (sergente in un serial) ha strepitosa
misura in un dolore mai gridato e Misty Upham sta al passo esprimendosi
con occhi e silenzi.
Maurizio Porro - Il
Corriere della Sera
Film
amaro, ha la tensione di un thriller e si è guadagnato due candidature
agli ultimi Oscar. Sul confine est tra Canada e Usa, approfittando dell'
extraterritorialità di una riserva indiana, due donne piene di guai
sbarcano il lunario trafficando clandestini cinesi e pakistani. L'America
del malessere divide i più poveri dai meno poveri e sfortunati: Ray se la
passa male ma almeno è bianca e ha famiglia, Lila è indiana e il figlio
glielo hanno portato via. Ma al confronto con i dannati che trasportano
nel bagagliaio sono entrambe privilegiate. Tutti contro tutti ma qualche
volta scatta la scintilla della solidarietà.
Paolo D'Agostini - La
Repubblica
cinélite
TORRESINO
all'aperto:
giugno-agosto 2009