La finestra di fronte
Ferzan Ozpetek - Italia 2002 - 1h 30'


sito ufficiale

da La Repubblica (Roberto Nepoti)

     ...Un film molto bello, intenso, ben scritto e dove le cose giuste avvengono al momento giusto, con motivazioni psicologiche precise. La finestra di fronte contiene due storie, un "mistery" e una passione d'amore. Chi è quell'elegante signore senza passato (un sublime Massimo Girotti, appena scomparso e al quale il film è dedicato) che si aggira smarrito per Roma? Giovanna e Filippo avrebbero già abbastanza problemi in proprio (due figli da crescere, lavori insoddisfacenti o precari); ma poco a poco, conquistati dalla sua elegante fragilità, se ne fanno carico. Quando le memorie cominciano ad affiorare nella testa dello smemorato, lo conducono irresistibilmente verso il Ghetto. Questa la traccia della storia di detection, condotta un po' alla maniera di un giallo per scoprire l'identità dell'uomo, che si chiama Davide, e il suo passato; dove s'intrecciano un amore proibito, un omicidio e un grande sacrificio, durante i rastrellamenti degli ebrei romani dell'ottobre '43. Commossa senza cedere alle trappole della retorica, la regia di Ozpetek film successivo in archivio fa convivere presente e passato nella stessa inquadratura, dando corpo e voce ai fantasmi di Davide. Parallela, scorre la storia d'amore che coinvolge Giovanna col dirimpettatio Lorenzo: innamorandosi di lui, la donna sogna un futuro, il risarcimento di una giovinezza scippata e di una resa precoce alla rassegnazione del quotidiano. Ed è proprio l'incontro con l'anziano Davide a innescare quello tra Giovanna e Lorenzo generando, allo stesso tempo, felicità e senso di colpa...  Ineccepibile, realistico e affettuoso, toccante e sincero.

da La Stampa (Lietta Tornabuoni)

       ...Lei rinuncerà alla nuova passione non per viltà ma per senso di responsabilità, mentre cambierà lavoro ed esistenza seguendo i consigli della esperienza generazionale del vecchio: «Non si accontenti di sopravvivere. Lei deve vivere in un mondo migliore, non soltanto sognarlo. Io non ce l'ho fatta». Nell'impianto fortemente romanzesco del film, altri protagonisti sono i dolci, torte, mousses, costruzioni di cioccolato e canditi: il vecchio è stato un pasticciere famoso in Europa, la giovane donna ama la pasticceria e ne ha fatto un secondo poi un primo mestiere, figurativamente la presenza di tante colorate, zuccherine e ornate golosità regala una vitalità, un calore lussuoso. Altra protagonista ancora, Roma. La città è osservata e raccontata anche nelle zone popolari dagli abitanti multirazziali ma soprattutto nel Ghetto con un'attenzione da straniero: le mura logorate, la luce splendente o crepuscolare, specialmente la dominante tinta ocra, restituiscono la capitale alla sua natura perenne e non borghese, alla sua bellezza. Ferzan Ozpetek, il regista turco già autore de Il bagno turco, Harem Suare, Le fate ignoranti, è del resto uno dei pochi registi attivi in Italia che non insegua la rappresentazione della borghesia, piccola, grande o media: questo dà ai suoi film un esotismo, una originalità fuori del comune. La narrazione non è sempre fluida (i ricordi del 1943 e dell'amore clandestino di Girotti per Simone sono a volte intersecati o sovrapposti al presente in maniera imperfetta, non sempre i due diversi film si fondono), ma il piacere di raccontare è più forte degli schemi: la famiglia giovane e scontenta è analizzata con realismo intelligente, più che voler costituire un simbolo sociologico. Gli interpreti sono tutti ben scelti e bravi, ma tutti surclassati dalla presenza importante e misteriosa di Massimo Girotti, grande portatore di Storia.

LUX - marzo 2003