Essere e avere
(Etre et avoir) |
Un’altra bella pellicola francese sui bambini e sulle istruzioni a loro per …l’uso della vita: vincitore del Gran Prix di France Cinéma, all’ultima edizione del 2002, Etre et avoir di Nicolas Philibert è una docu-fiction di tutto rispetto. Per alludere cine-storicamente al tema trattato basterebbe ricordare, come splendido ed insuperato precedente, Gli anni in tasca di François Truffaut (L’argent de poche, 1976): il film è girato in classe, in una piccola scuola di campagna di Saint Etienne sur Usson (Puy–de–Dome), nel cuore dell’Alvernia francese, dove il maestro, Georges Lopez, insegna e dove la macchina da presa resta e gira, per un intero anno scolastico, fino all’arrivo delle vacanze estive. La classe è unica, le lezioni, curate da un solo docente, sono seguite da alunni di diverse età, dalla scuola materna fino alla quinta elementare, sul modello delle vecchie pluriclassi in Italia, di cui, quasi, non esiste più traccia. Si comincia con l’imparare a tenere la matita in mano, poi si passa ai due verbi fondamentali di cui al titolo, "essere" e "avere", e via via al dettato, alle caselline: fotogramma dopo fotogramma – un vero ‘senso della nuova vita’ su celluloide – prendono forma e si sviluppano a tutto tondo i caratteri dei piccoli allievi. Si reimpara a leggere ed a scrivere con gli alunni, tutti insieme, ogni cosa è una piccola difficile ma superabile conquista, personale e collettiva, infantile ed adulta. Quasi ieratica la figura del maestro che, ‘vecchio maieutico socratico’, lucidamente, serenamente, puntualmente deve armonizzare senza rinunciare, stimolare e non forzare, tener conto della realtà circostante e, contemporaneamente, aprire gli orizzonti dell’apprendimento e della conoscenza. Un film Etre et avoir, come recita in parte la motivazione del palmarès di France Cinéma, in cui “…in una piccola goccia d’acqua sono racchiusi i riflessi del mondo”. Maria Cristina Nascosi - maggio 2003 |