Ebbro di donne e di pittura (Chihwaseon)
Im Kwon Taek  - Corea 2002 - 1h 57'

da Kataweb (Mario Sesti)

     Vedendo al lavoro l'attore Choi Min-Sik in Chihwaseon il film coreano in concorso a Cannes che è ispirato alla vita e all'arte di un celebre pittore del XIX secolo, la prima analogia con artisti occidentali che viene in mente è quella con Pollock. Non solo perché il pittore coreano lavora direttamente con il pennello su una superficie stesa sul pavimento (secondo le tecniche orientali), un po' come si vede dipingere Pollock nelle fotografie degli anni '50, ma perché l'esistenza di Ohwon - è il nome del pittore - è interamente dedicata alla pittura quanto all'alcol, come si capisce dal titolo che viene tradotto con Ebbro di donne e di pittura.
Di umili origini e di talento divino, Ohwon possiede gli inconfondibili tratti del "maudit". Asocialità, attacchi di ira funesta, tendenze depressive e istinto artistico formidabile. Ha una memoria perfetta, con la quale riproduce alberi e fiori di noti capolavori figurativi di scuola cinese e stilizza soggetti tradizionali e scorci naturali, con lirica essenzialità. In ginocchio di fronte alla carta di riso, impugnando il pennello in maniera che il palmo "possa contenere un uovo" (è la posizione tradizionale di questa tecnica pittorica), dipinge e beve furiosamente, sempre più insoddisfatto della sua opera quanto più la sua fama lo impone tra i più stimati artisti dell'epoca. La sua vita randagia, il suo anticonformismo esistenziale, la sua selvaggia passionalità, descrivono una biografia irregolare e individualista la cui vocazione estetica è inseparabile da una concezione anarchica e libertaria. Non sorprende affatto che, nella parte conclusiva, finisca per scontrarsi con le autorità e per essere coinvolto in un conflitto politico dominato dalle conseguenze dello scontro tra le politiche espansionistiche della Cina sulla Corea.
Il regista Im Kwon Taek, che alle spalle qualcosa come 95 titoli di film, ha buon gioco nell'opporre all'affascinante allusività dell'acquarello del pittore, delle immagini cinematografiche squadrate, ordinate, illuminate diffusamente in ogni angolo come cartoline. La pittura è più vicina alla poesia, sembra dire, il cinema lo è alle pitture parietali, agli affreschi medioevali, ai murales, ai cartelloni pubblicitari, immagini da produrre a getto continuo per tenere desta l'attenzione. E difatti, il passo del film è spedito, la mole di informazioni sul pittore, la sua arte e la sua epoca, più che abbondanti. Cinema di robusta comunicazione e sano materialismo, punta tutto sugli splendidi kimono dei personaggi, la densità umida della tinta e i copricapi della nobiltà coreana le cui forme geometriche sembrano la copia di solidi tratti da un manuale di geometria.

CINEMA e PITTURA

           i  lunedì del  LUX   settembre-dicembre 2003