Domenica
Wilma Labate - Italia 2001 - 1h 50'

da Film Tv (Alberto Crespi)

Domenica non è un giorno di festa, ma il nome della protagonista: una ragazzina napoletana che a 11 anni di feste ne ha conosciute poche. Orfana, astuta, scafata, deve recarsi con l'ispettore Sciarra all'obitorio per riconoscere il balordo che a suo tempo l'aveva violentata (e che nel frattempo è morto, forse suicidato forse ucciso da uno sbirro violento). Il film di Wilma Labate è stretto, come La mia generazione, nell'arco di 24 ore. Sciarra insegue Domenica per una Napoli livida, lontana dà ogni folklore. Fra di loro nasce lentamente una bella complicità, anche perché pure l'ispettore tiene i suoi guai. Film quasi neorealista, che "pedina" i personaggi, Domenica non esisterebbe senza gli interpreti. Amendola è un poliziotto dolente, che sfiora i confini dello stereotipo (la regista gli ha mostrato, a mo' di viatico, i film con Robert Mitchum) ma porta l'attore romano a lavorare sotto le righe, con classe. L'esordiente Domenica Giuliano, scelto dopo oltre 700 provini, è un vero "animale da cinema": istintiva, rabbiosa, strafottente, si mangia la macchina da presa e si carica sulle spalle tutto il film. Rende credibili anche alcune battute eccessivamente didascaliche. Speriamo di rivederla presto.

da La Repubblica (Roberto Nepoti)

Se va avanti di questo passo, sarà la stagione cinematografica in cui le registe italiane daranno la polvere ai colleghi di sesso maschile. E’ appena uscito Domani di Francesca Archibugi ed ecco arrivare un altro film bello, sobrio e sensibile: Domenica di Wilma Labate, che a Berlino ci rappresenterà nella sezione Panorama. Qualsiasi riferimento al giorno festivo è puramente casuale, perché Domenica è il nome di una bambina, un’orfana di undici anni che attraversa le vie di Napoli in compagnia di un poliziotto. L’ispettore Sciarra (Claudio Amendola) è incaricato di condurre all’obitorio la ragazzina, che dovrebbe identificarvi il cadavere del suo presunto violentatore. Prima di arrivarci è lei, invece, a guidare l’uomo in un viaggio iniziatico nel ventre della città, tra matrimoni e funerali dove va a raccogliere elemosine, «bassi» e bancarelle, scugnizzi e immigrati; una Napoli segreta e miserabile, innocente e corrotta come da tradizione, ma molto lontana dagli stereotipi che le tradizione le ha appiccicato addosso. Troppo grande per la sua età, diffidente e ostile, Domenica (Domenica Giuliano) si rivela capace di gesti di tenerezza verso i più piccoli, indifesa e bisognosa, a sua volta, di affetto. Tra lei e il poliziotto, ugualmente soli, nasce un rapporto breve e intenso che ha in nuce tutte le caratteristiche (gelosia paterna inclusa) di quello tra un padre e una figlia. Però Domenica è destinata a nuovi abbandoni: dopo la partenza di un amico che si trasferisce al Nord, tocca a Sciarra, malato e in congedo dalla polizia, imbarcarsi per la Sicilia. Liberamente adattato dal romanzo di Juan Marsè "Ronda del Guinardo" e sceneggiato da Sandro Petraglia e Wilma Labate, Domenica contiene un piccolo sottointrigo poliziesco e alcuni flashback; ma è incentrato quasi esclusivamente sulla giornata napoletana della strana coppia. La regista lo nutre di ben metabolizzate memorie cinematografiche: dal Ladro di bambini a Ladri di biciclette, a L’amore molesto di Martone (la rappresentazione della città). Ne ricava un film che coinvolge lo spettatore senza bisogno di indulgere mai al gusto più facile. Non sempre così bene utilizzato, qui Claudio Amendola è al suo meglio; perfetta anche la scelta della giovanissima attrice che ha il ruolo del titolo. L’americana Annabella Sciorra compare in un paio di sequenze.

TORRESINO febbraio 2001 
( sabato 24/2 presenza in sala della regista Wilma Labate ! )

per tamburini... Un poliziotto in crisi e una dodicenne orfana in viaggio tra i quartieri di una  Napoli livida, lontana da ogni folklore. Due solitudini a confronto per un film cha ha un'incredibile capacità di coinvolgere, grazie anche alla ottime interpretazioni della esordiente Domenica Giuliano e di un Claudio Amendola mai così misurato e convincente.