Crimen perfecto (Crimen perpecto)
Alex de la Iglesia - Spagna 2004 - 1h 45'


sito ufficiale

da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro)

        Tutto il gusto nero, grottesco, acido degli spagnoli quando sono in vena di polemiche & insulti come Alex de la Iglesias. Che racconta la fantastica storia, che si sorpassa di continuo e fin troppo, di un seduttore di grande magazzino madrileno che uccide per caso il rivale in parrucchino, ma viene ricattato da una bruttina stagionata finché presunta morte non li separi. Parabola sul peso del kitch e della volgarità nel mondo di oggi, tutta povera gente di poveri sentimenti. Aleggia profumo di Almodòvar, Berlanga e un po' di estasi del delitto bunueliana in un trionfo di grand guignol e sensualità a prezzo da grandi magazzini, appunto. Ma non ci si annoia mai e la coppia Guillermo Toledo-Monica Cervera non si dimentica, loro e famiglia di mostri.

da Film Tv (Pier Maria Bocchi)

       Il mercato italiano di Alex de la Iglesia non sa che farsene. Con quale criterio distribuisce i suoi film? Due sì (Azione mutante, El dia de la bestia), due no (Perdita Durango, Muertos de risa, i migliori), uno sì (La comunidad), uno no (800 balas). Meno male che per Crimen Ferpecto (perché non lasciare il gioco nel titolo?) è la volta del sì, perché solitamente capita per i suoi film peggiori. Alex de la Iglesia è uno dei pochissimi che sanno ancora fare delle commedie realmente, sanamente, orrificamente cattive. Non fa sconti, è sadico, va fino in fondo e diventa quasi horror. E Crimen Ferpecto è in effetti una sorta di horror sull'umana arroganza. Il volgare responsabile del reparto abbigliamento femminile di un grande magazzino, dongiovanni impenitente, viene messo alle strette da un cesso di donna che si dimostra più sadica e arrivista di quello che le sue terribili apparenze danno a vedere. Tra i due comincia un gioco di dipendenze e vendette che avrà risultati imprevedibili. De la Iglesia non salva niente e nessuno e si serve del grottesco in funzione socio-culturale. L'universo che mette inscena è ributtante, un vero e proprio inferno (letteralmente l'ultima parte): è ciò che ci circonda, è ciò che siamo. Script imbattibile, interpreti da palma d'oro. Si ride spesso, ma con sopraffina spietatezza.

LUX - aprile/maggio 2005