Minimalismo e
cinema indipendente. Un binomio frequente, non sempre efficace, ma che con
Le cose che non ti ho mai
detto raggiunge una personalissima sublimazione. Non è la vicenda,
banale, dell'insoddisfatta Ann (Lily Taylor) a dar corpo al film, ma il
tono, distaccato e sofferto, trasandato e acuto con cui Isabel Coixet
,
regista e sceneggiatrice, tratteggia l'apnea esistenziale dei suoi protagonisti.
Per una delusione amorosa ci si può scolare una bottiglia di acetone,
aggrapparsi al telefono-amico, videoregistrarsi in amare riflessioni sentimentali,
ma il senso di solitudine affiora, implacabile, nella banalità del
quotidiano: ironico, tra gli appuntamenti disattesi alla lavanderia automatica
("almeno non ho mai avuto le lenzuola così pulite"),
angoscioso, tra i soliti, pigri pensieri ad una coda in automobile ("che
cosa farò adesso?").
|