La
cattedra del titolo è quella dell'Istituto di Filosofia cui ambisce Luca
(Claudio Bigagli) un meritevole assistente, ben appoggiato dal suo
professore (Guilio Brogi) che tanto lo stima quanto tiene a distanza un
altro suo ricercatore, Dario (Davide Riondino) che lo assilla per una
presentazione al proprio libro in corso di pubblicazione. Il due giovani
filosofi, tutt'altro che in sintonia, si ritrovano accomunati da un evento
inaspettato. Il professore ha un improvviso, grave malore che rischia di
compromettere le carriere di entrambi e Dario, con un cinismo davvero
"professionale", convince Luca a tenere nascosta la situazione per le
prossime fatidiche ventiquattr'ore. In questo lasso di tempo una serie di
imprevisti manderà continuamente in crisi il loro piano, ma alla fine
tutto si risolverà come da copione: Dario non riuscirà ad avere
l'introduzione, e Grossi otterrà, assieme alla cattedra, una sarcastica
consolazione per il suo ambiguo comportamento.
"La
cattedra
non un film inchiesta sull'università italiana. L'idea nasce da un
poemetto scritto da David Riondino tra anni fa circa, quando di università
non se ne parlava tanta quanto se ne è parlato quest'anno. Io ne ho tratto
una sceneggiatura modificando in parte la storia e ricavandone una
commedia. Se molte cose del testo sono cambiate, una mi pare sia rimasta
anche nel film: l'idea di fondo di prendere spunto da una vicenda
universitaria, dove la disinvoltura e la mancanza di scrupoli dei
personaggi può risultare più sorprendente, per alludere a quello stato
d'animo di diffidenza generalizzata che è una delle costanti di questi
anni"
Probabilmente lo script originale di Riondino era sostenuto da una verve
dissacratoria più stimolante; la sceneggiatura finale cui il film si
appoggia (e che firmata, oltre da Sordillo, anche dal padovano
Enzo
Monteleone)
preferisce invece i toni divertiti della commedia e le disavventure
ironiche del gioco delle coincidenze impreviste. Ma in ogni caso il
lavoro di Sordillo risulta riuscito e accattivante e Bigagli, Brogi
e Riondino sanno reggere con naturalezza sia i toni leggeri sia quelli
più amari: il "dialogo" finale tra Luca e il professore smorza
il sorriso in una critica d'ambiente senza mezze misure.
ezio leoni -
speciale
LUX ottobre/dicembre
'91
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