Venezia 62° - Concorso
Cineasta sensibile e multiforme, Cristina Comencini in una carriera quasi ventennale ha toccato molti generi, compreso il thriller (con l’interessante e sfortunato La fine è nota). Con La bestia nel cuore porta sullo schermo un suo romanzo, con sensibilità visiva e drammatica. La vicenda della doppiatrice che si scopre incinta e non sa perché alcuni frammenti di memoria riguardanti i suoi genitori la tormentino così tanto, colpisce nel segno;<< anche il pubblico (come dimostra il milione di spettatori che ha raccolto all'uscita in sala) e la Coppa Volpi a Giovanna Mezzogiorno. Gran parte della critica non ha apprezzato, ma il taglio visivo, pudico e coinvolgente, anche se lievemente scolastico, e alcune idee di regia (i ricordi senza suono, che la protagonista non riesce a “sonorizzare” dentro di sé) e di montaggio sanno catturare; c’è il coraggio di sottrarre, pur andando incontro a qualche stereotipo (il regista televisivo che non riesce più a fare cinema), e di puntare in alto, utilizzando addirittura le note “psicanalitiche” di Jocelyn Pook che aveva usato Kubrick in Eyes Wide Shut. E ci sono anche gli attori: se la Mezzogiorno è molto intensa, il personaggio meglio scritto (e interpretato) è quello tragicomico di Angela Finocchiaro. |
Pietro Liberati - MC magazine 14 - ottobre 2005 |