da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro) |
Dopo
22 anni, esce di nuovo Apocalypse
Now.
Non crediate di averlo già visto, non si tratta di una semplice riedizione.
La versione redux contiene una cinquantina di minuti inediti. La copia
è perfetta, il sonoro rifatto e chi dovesse averlo visto in questi
anni sul piccolo schermo si troverà di fronte uno spettacolo grandioso
e inedito. Anche perché le parti reintegrate danno nuovo spessore
al capolavoro tratto dal Cuore di tenebra di Conrad col quale si era
scontrato anche Orson Welles. Un film di guerra che è stato una battaglia.
Iniziata da Coppola poco dopo la fine della guerra del Vietnam. E
terminata una mattina di maggio con la prima
proiezione pubblica al festival di Cannes, 1979...
E'
l'inizio pubblico del cammino di Apocalypse
Now
che viene premiato con la Palma d'oro, seppure ex aequo con Il
tamburo di latta di Volker Schlondorff.
E' anche l'inizio di una piccola leggenda: quella del doppio finale.
In realtà si tratta di questo: dove viene presentato con una copia
in 70mm il film ricalca la versione di Cannes, senza titoli di coda,
nella copia in 35mm invece spuntano i titoli che si sovrappongono
alla foresta in fiamme. Non tutti però sono felici per Apocalypse
Now. In particolare Aurore Clement e Christian Marquand, due attori
francesi che hanno passato difficili momenti nella giungla filippina
per (non) vedersi tagliati nella versione finale del film. La lunga
sequenza della piantagione francese è stata infatti sacrificata ai
voleri dei distributori. Per coglierne qualche traccia bisogna aspettare
il magnifico documentario di Eleanor Coppola, moglie di Francis, sulle
travagliate esperienze di quel set. |
TORRESINO - gennaio 2002