Antonioni su Antonioni è un piccolo capolavoro di ricordi, di
testimonianze dell’intelligenza, della genialità, dello ‘sguardo’
sempre anticipatore, vaticinante di
Michelangelo Antonioni, precursore
di tanta tecnologia cinematografica, dagli effetti speciali al
digitale, almeno di 30 anni, quando ormai la sua maturità
professionale l’avrebbe potuto definire un senex, nel suo campo.
A poco più di un anno dalla sua scomparsa, a ridosso di quello che
sarebbe stato il suo 96esimo compleanno, il 29 settembre scorso il
regista, studioso e biografo Di Carlo, ha proposto un vero
méta-documento, con questo mediometraggio di 53 minuti, quasi
esclusivamente in b/n, che si compone di una serie ben montata di
interviste televisive riprese dalla Rai e da Retequattro, in cui
Antonioni mette a nudo Antonioni, la propria vita, i propri pensieri,
il proprio Credo – "…credo in Dio qualche volta di notte…" - in
parte e, soprattutto, il 'suo' cinema, quello in cui ha creduto,
sofferto, lottato tanto - a volte nemmeno supportato dalle poco
lungimiranti produzioni – e per cui tanto aveva pre-visto. E il suo
Credo più intimo, forse, si può in realtà così riassumere:
“L’assoluta misteriosa realtà che nessuno vedrà mai – come le
Nuvole, metafora di vita, da sempre rappresentano una perenne ricerca
di quanto sta oltre le cose e le immagini…”.
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