da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro) |
Grande successo in Francia, Amami se hai il coraggio è una romantica, curiosa, intelligente variazione sui giochi proibiti infantili e la forza del destino. Ne è felicemente responsabile Yann Samuell, che insiste sul famoso dittico amore e morte, perché l' amore è un assoluto naturale che se ne deve fregare del mondo. Il film palleggia e insegue con forte inventiva visiva la storia di due bambini che si giurano eterno amore: lei è un' immigrata, lui orfano di madre, urge capitalizzare le infelicità. Ogni volta che il mondo li divide (Marion Cotillard e Guillame Canet), il destino li riunifica. Il gioco riesce con gran simpatia e cinica dolcezza senza happy end, seguendo la scia delle favole romantiche aperta da Amélie. Effetti speciali di realismo magico (un ossimoro?), colori sgargianti, qualche poeticismo di troppo che rende il film un mix vitale, pop (e stucchevole) le cui radici portano a De Musset e Marivaux: le sorprese d' amore non finiscono. |
da La Stampa (Lietta Tornabuoni) |
Soltanto
nella morte si può essere certi di amarsi e stare insieme per sempre? Con
la musica costante de «La vie en rose», il primo film scritto e diretto da
Yann Samuell tra Bruxelles e Liegi,
Amami
se hai coraggio
racconta l’impossibilità (o la malavoglia) di abbandonare davvero il mondo
dell’infanzia, e una storia amorosa e inevitabile divisa in periodi: la
puerilità, l’adolescenza e giovinezza, il resto. |
i lunedì del LUX ottobre-dicembre 2004