Il
Mittelfest di Cividale del Friuli
nella sua storia (ormai sedici anni di vita!) ha sempre avuto una tematica
fondante. L’anno
scorso
fu il lavoro. Quest'anno è stata la volta dei
diritti umani,
dal 1789 al 1948, anno della Dichiarazione Universale dei Diritti
dell'Uomo. Direttore artistico l’attore, regista, scrittore, critico e
molto altro Moni Ovadia, riconfermato per altri tre anni nel suo ruolo,
eclettico così come lo è la originalissima vocazione del festival che
inanella manifestazioni multidisciplinari e multimediali di vario tipo tra
cui danza, marionette, poesia, arti visive in generale nonché tanta ottima
musica (citiamo, nel nostro personale apprezzamento I Fiori Musicali
di Girolamo Frescobaldi) che ha costituito il pezzo forte degli eventi di
chiusura nel l tradizionale concerto per organo eseguito nel Duomo a
Cividale.
Ma di questa ricca edizione vogliamo qui dare spazio al doppio ricordo che
il Mittelfest ha voluto proporre
in memoria di Pier Paolo
Pasolini
(a circa trent'anni dalla sua morte), uno dei
grandi figli del Friuli. Due gli spettacoli in cartellone:
Pasolini prossimo nostro,
esauriente documentario di Giuseppe Bertolucci sulla sua figura di
filosofo, saggio, regista (in video, già presentato lo scorso anno a
Venezia) e
Le ceneri di Gramsci (in
prima nazionale - la seconda tappa sarà la Lunigiana), spettacolo di
teatro-danza ideato e reso in performance da Virgilio Sieni e Sandro
Lombardi, 'apparentemente' ballerino il primo ed attore-voce recitante
l’altro, sospesi, in perfetta sinergia, tra movimento allo stato puro e
recitazione-monologo-dialogo non verbale d'altissimo livello. Ottimi
comprimari, tuttavia scevri di invadenza spettacolare (eppure essenziale
corollario al lavoro) le luci di Vincenzo Alterini e la morbida glossa
musicale ripresa dai suoni di Angelo Badalamenti.
“Ci manca Pasolini”, questo pare essere, in fondo, il messaggio sia
del film che della performance; manca all'oggi la sua lucidità, la sua
profezia, quel suo senso anticipatore che l'aveva portato a prevedere
addirittura la data della sua morte violenta, come spesso ha voluto
ricordare l'amico pittore e poeta (lui pure friulano) Giuseppe Zigaina.
Del
grande
Pier Paolo (sepolto a Casarsa, accanto alla madre Susanna a cui aveva
dedicato tanta poesia) manca soprattutto, la spietata analisi della
società italiana che - vox clamantis in deserto suo malgrado - riusciva a
definire, ad anticipare, con dolorosi smagati occhi: le sue lucide
metafore cinematografiche narravano ciò che sarebbe stato il futuro,
raccontando il passato e non trascurando il presente, quel presente che
affabulano i versi del poemetto in forma di danza di Lombardi e Sieni
(immersi in una sorta di onirica quanto realistica simbiosi artistica).
Alla ricerca dell'anima perduta di Pasolini, della religione del suo
tempo, del suo io diviso, del suo credere e non; novello Jeckill e Mr.
Hyde avanti, troppo avanti per un tempo che non gli appartiene più e che
lui forse, pur amandolo, non avrebbe mai voluto suo...
Maria Cristina Nascosi |