Ogni
generazionale ha i suoi miti e le sue mode. Ma ha anche i suoi
metodi di approccio culturale. Forse chi ha una certa età non ha
confidenza con l’approccio di formazione dei “riti di
passaggio”. Eppure in ambiente universitario il termine è
consolidato e anche nel cinema certe opere hanno messo in scena
“il percorso che ogni persona compie per oltrepassare quella
linea d’ombra che separa la giovinezza dall’età adulta”. Se ne
occupa Alberto Fassina (padovano, neanche trentenne, laurea in
Scienza della Comunicazione) che cura sul tema una pubblicazione
dell’editore Falso Piano, Il viaggio dell’eroe,
presentata in occasione della 63a Mostra del Cinema
nello Spazio Conferenze del Cinema Garden.
I rituali di formazione toccano già di per sé la costruzione
della sceneggiatura (un saggio specifico è scritto dal regista
Giovanni Robbiano) e tra letteratura (M. Zignol) e fumetti (A.
Lise) lo spazio di analisi si allarga. Ma è nel cinema che il
curatore ritrova gli spunti più significativi, i “luoghi
topici”. Ecco allora, in questo ambito l’”accesso” ai riti di
passaggio attraverso il viaggio (R. Ferrucci), il lavoro,
la
morte
,
gli affetti. Proprio a quest’ultimo ambito Fassina ha dedicato
la sua attenzione specifica firmando il saggio Welcome to the
doll house: da
Twin Peaks a
The Dreamers, dalla confusione
dei sentimenti alla perdita dell’innocenza, l’iniziazione
giovanile può essere amabile, ma anche aspra.
Il Mattino di
Padova - 3 settembre 2006 |