Finalmente Clarissa come personaggio guida di un episodio
e di un episodio ovviamente intensissimo: "Il mio violoncello per
me era un uomo con una voce profonda con cui cercavo di esprimermi... ma
il mio sguardo era rivolto solo dentro me stessa". Il "dentro"
di Clarissa non è solo psicologico e l'aborto che la coinvolge la
colpisce nell'animo e nel corpo. Rischia la vita per una setticemia, subisce
il disprezzo della madre ("assassina" l'apostrofa), prova
la solitudine dell'ospedale mentre gli amici, ignari, vivono nuove esperienze
musicali ed umane.
Hermann si esibisce nel suo primo importante concerto per
archi con violoncello (ovviamente) assente, Volker accetta l'invito di
Jean-Marie di passare il Natale a Strasburgo in una delle tante residenze
della sua famiglia; Juan e Renate cercano, a letto insieme, di consolarsi
dalle loro disillusioni e anche Hermann, che frequenta ormai con simpatia
Schnüsschen, sembra scoprire in lei la giusta intesa sessuale; mentre
Helga e Stefan, in vacanza insieme in montagna, più che trovare
l'agognata, calda intimità vivono caustici momenti di tormento reciproco.
Il Natale del 63 appare, in tutti i sensi, particolarmente
freddo per la giovane comunità di Schwabing. Alla "Tana della
volpe" Hermann si ritrova senza carbone e anche nell'improvvisa visita
di Clarissa, che è fuggita dall'ospedale, non riesce a trovare quel
calore umano di cui i due avrebbero bisogno per cementare alfine il loro
rapporto. Possono solo capirsi e consolarsi a vicenda cantando alla chitarra
la "loro" canzone dei lupi: "Non si morsicavano, non
si litigavano, non si amavano, non si appartenevano... Erano affettuosi
tra loro".
|