Welcome to Collinwood |
da Film Tv (Alberto Crespi) |
Sorpresa: anche se siete fans irriducibili dei Soliti ignoti di Monicelli (nonché dell'Audace colpo, ragguardevole seguito diretto da Nanni Loy), il remake americano architettato dalla strana coppia di produttori Clooney-Soderberqh si può guardare. Il film è quasi pantografato sull'originale: non siamo ai livelli di riscrittura dello Psycho di Gus Van Sant, ma quasi. In realtà i fratelli Russo, registi e sceneggiatori, hanno potato la sceneggiatura di Age, Scarpelli e Suso Cecchi D'Amico, riducendo lo spazio di molti personaggi e arrivando allo "sgobbo" fallito, in soli 88 minuti. Il ladro che va in galera all'inizio si chiama Cosimo, come Carotenuto nel vecchio film, e il "colore" italiano è garantito anche dall'inaspettato uso, a mo' di cornice, di una canzone di Paolo Conte. Il film, però, è molto "americano" nel suo essere multietnico: ne emerge il ritratto di uno sfigatissimo sobborgo di Cleveland, la Collinwood del titolo, che i fratelli Russo conoscono bene. Clooney si ritaglia il cameo del maestro di scasso: qui si chiama Jerzy e tiene conferenze sulle casseforti seduto su una sedia a rotelle, là era il mitico Dante Cruciani (Totò). Il paragone è assurdo, ma Clooney gioca il match impossibile con classe e ironia. E se qualche spettatore, americano o italiano, partirà da Collinwood per conoscere I soliti ignoti originali, sarà comunque una buona cosa. |
i lunedì del LUX febbraio-aprile 2004
Doppio spettacolo - stessa emozione
Non sparate sul remake!