Nella Monaco del 1955 un’attrice del cinema ormai sul viale del tramonto, per convincersi di potere ancora piacere agli uomini, attira a sé un modesto cronista sportivo, Robert Krohn, affascinato da quella bella e misteriosa Veronika Voss che gli si dà, in una casa abbandonata, al lume di candela. L'uomo ha frugato negli archivi e accertato che è stata una celebre star, ma le ha anche prestato del denaro. Perché Veronika ne avesse bisogno, Robert comincia a capire quando sa come in realtà la donna, divorziata dal marito, viva presso una falsa amica: una dottoressa Katz che la deruba d'ogni suo avere imbottendola di morfina. Con l'aiuto della propria amante Henriette, Robert tenta di salvarla, e prepara una trappola per la psichiatra (intanto due vecchi reduci dai lager sono stati indotti al suicidio), ma Henriette muore investita da un'auto. E senza volerlo affretta anche il suicidio di Veronika, alla quale la Katz ha sostituito la droga con sonniferi... |
Penultimo
film di Fassbinder è una storia di seduzione e di angoscia, scritto dagli
stessi di
Maria Braun.
Poiché dietro il nome della protagonista si nasconde la storia di Sybille
Schmitz, l'attrice del Terzo Reich che si dette davvero la morte nel 1955,
e si conosce l'ambizione di Fassbinder di continuare, dopo Lili
Marleen e Lola,
una storia simbolica della Germania attraverso lo spettacolo, il film
andrebbe visto come un altro capitolo della vita tedesca. In realtà ha una
riuscita modesta il suo tentativo di rappresentare il mito del cinema
nell'età di Adenauer e di esprimere il dramma di un'attrice sconfitta con,
sullo sfondo, la tragedia dei superstiti ebrei e il cinismo dei vecchi
nazisti. |
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cinema invisibile TORRESINO gennaio-marzo 2008