da Il Messaggero (Roberta Bottari) |
Che
fine ha fatto Antonio Ragusa, emigrante calabrese, partito da Genova nel
1952 per l'Argentina e diventato poi Tony Vilar: il più famoso cantante
melodico del Sudamerica nei primi anni Sessanta? Come mai l'artista che ha
reso celebri oltreoceano
Tintarella di luna
di Mina e Non esiste l'amor
di
Adriano Celentano e in tutto il pianeta Cuando calienta el sol
degli Hermanos Rigual è sparito senza lasciare tracce all'apice del successo? È
da questo spunto reale che parte
La vera leggenda di Tony Vilar, di
Giuseppe Gagliardi, un
"falso documentario", dove elementi di realtà generano momenti
assolutamente inventati, ma riescono ad onorare la serietà e il rigore di
una vera, appassionata inchiesta giornalistica. Il protagonista Peppe Voltarelli, nei panni di un lontano e giovane parente cantautore cresciuto
con il mito di Tony, si mette sulle sue tracce, conducendo così gli
spettatori in un incalzante road movie musicale, fra la Boca di Buenos
Aires, le Milonghe, il Connecticut, il New Jersey, New York e il Bronx. La
ricerca di Tony Vilar diventa presto una fotografia graffiante degli
italiani d'oltreoceano e delle Little Italy americane (che si apprestano
ad essere fagocitate da Chinatown). Il regista, presentando come fosse
d'archivio materiale girato appositamente, scombina l'idea di verità
propria del documentario e la manipola con intelligenza e ironia. |
i giovedì del
cinema
invisibile
TORRESINO
gennaio-marzo 2007
PRIMA VISIONE
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