L'uomo che ama
Maria Sole Tognazzi -
Italia
2008
- 1h 42'
|
Nella
sua opera seconda, dopo il leggiadro ritratto del suo ambiente di artisti
coetanei,
Passato prossimo, Maria Sole Tognazzi
ambienta nella sabauda austerità di Torino, tra le foto degli eroi
scomparsi del Toro, musica e montaggio invasivi, la storia, di ironia alla
Lelouch, di Roberto (Pierfrancesco Favino), farmacista agiato trentenne,
che lascia una fidanzata troppo intellettuale per lui (Monica Bellucci,
perfetta): mai le affiderà per sempre la sua vita. Ma che sarà poi
piantato in asso dalla donna che lui ama follemente (Ksenia Rappaport)
quando gli resiste, e preferisce a lui la masochista relazione con l’ex
«milanese», Pietro, sposato e con figli. Genitori, fratello gay e perfino
la farmacista capo di Roberto cercano di insegnargli qualcosa della vita,
ma il macho con la barba, tra pillole e insonnia, non ha equilibrio.
Finché... |
Roberto Silvestri - Il
Manifesto |
Sarà merito
della sensibilità registica di Maria Sole Tognazzi, sarà merito dello
studio e dell' impegno, fatto sta che Monica Bellucci ne L' uomo che ama
ha fatto dimenticare certi suoi passati sbandamenti recitativi. Baciata
dalla Natura con una bellezza che nessuno mette in discussione, l' attrice
non può certo vantare una voce particolarmente melodiosa. E infatti fino a
ieri le sue prove migliori erano quelle in cui accentuava con ironia i
suoi «difetti» (come la baronessa umbra di
N - Io e Napoleone). Nel ruolo di Alba
dimostra di aver lavorato molto sulla voce e sulla pronuncia, tanto da non
stonare nelle scene - per niente facili - al fianco di Favino. La
sceneggiatura le fa perdere la speranza di avere un figlio e l' amore
dell' uomo con cui pensava di mettere su casa quasi nello stesso istante,
obbligandola a giocare sulle emozioni e non sul fascino. E il risultato
convince: Alba si comporta come fanno tutte le donne ferite e abbandonate,
senza mai ricordare allo spettatore che a interpretarla c' è un sex symbol
e non solo una brava attrice. |
Paolo Mereghetti - Il
Corriere della Sera |
Per
la serie 'a chi tocca non s'ingrugna', un classico girotondo
schnitzleriano senza però la forza dirompente di quel caleidoscopio di
attrazioni e separazioni inventato dall'autore austriaco un secolo fa. Qui
il ragionamento è un po' lo stesso, anche se l'obbiettivo è fermo sulle
sofferenze: di chi lascia, di chi è lasciato, di chi inizia una nuova vita
e di chi invece è costretto a buttare la vecchia. Tutto però rimane sulla
carta, il film nemmeno per un secondo arriva a colpire il cuore dello
spettatore, che se ne resta imbalsamato e anche leggermente annoiato di
fronte a un teatrino amorosamente corretto, ma insapore come la plastica.
Tutti i protagonisti fanno il loro dovere, anzi mettono nei personaggi
quel pizzico di umanità che invece manca all'obbiettivo della cinepresa.
L'impressione crescente è che l'attenzione all'equilibrio stilistico abbia
finito per rendere completamente sterilizzato di ogni emozione il
racconto. Peccato, l'occasione c'era. Non si parla spesso di disagio
maschile nell'amore. Maria Sole Tognazzi però ha fatto un atto di coraggio
parziale. Perché mostra un uomo sofferente, sì, ma identico a una donna. È
lei stessa a dichiarare che 'in amore si soffre tutti alla stessa maniera',
affermazione plausibile - forse - sulla carta, ma stonata sullo schermo
perché priva di quello sguardo obliquo che permette di arricchire
l'osservazione sui sentimenti umani e non di appiattirla. Interessante -
sarebbe stato - anche l'approfondimento di un personaggio come quello di
Monica Bellucci, un'Alba bellissima ma fragile nella sua femminilità.
Bellucci fa quello che può (ed è brava, lo diciamo da tempo) ma il
personaggio non ha scrittura sufficiente a sostenerla. |
Roberta Ronconi -
Liberazione |
promo |
Un girotondo
sentimentale sulle sofferenze d’amore, stavolta al maschile. La
storia, di ironia alla Lelouch, è quella di Roberto, farmacista
agiato trentenne, che lascia una fidanzata troppo intellettuale
per lui, ma che sarà poi piantato in asso dalla donna che lui ama
follemente ma che preferisce a lui la masochista relazione con
l’ex «milanese», Pietro, sposato e con figli. Genitori, fratello
gay e perfino la farmacista capo di Roberto cercano di insegnargli
qualcosa della vita, ma il macho con la barba, tra pillole e
insonnia, non ha equilibrio... |
TORRESINO
- novembre 2008