Le
Nozze di Cana,
elaborazione elettronica dell'opera omonima di Paolo Caliari detto il
Veronese, fa parte di un progetto artistico del regista inglese -
realmente l’ultimo degli eclettici - Peter Greenaway che con esso ha
inteso ri-visitare, con sensibilità contemporanea e con il taglio
delle più recenti tecnologie, quelle cui lui tende da…sempre (non a
caso son anni che dice che il cinema è morto!), tutta una serie di
opere d’arte, nove per l’esattezza, comprese tra Rinascimento, uno dei
suoi periodi preferiti ed il Novecento di Picasso e Pollock.
Il suo progetto è iniziato nel 2006 con
La ronda di notte,
di Rembrandt van Rjin, capolavoro conservato al Rijksmuseum di
Amsterdam, da lui riproposto in ‘quasi’ film alla Mostra
Internazionale del Cinema di Venezia l’anno dopo, per proseguire con
l'installazione su L’ultima cena
di Leonardo a Milano nel 2008. Ora prosegue, per l’appunto, con il
quadro di Paolo Veronese, la cui elaborazione è stata ‘sviscerato’
alla Mostra dallo stesso regista in veste di cicerone di se stesso e
della sue innovazioni, pseudo (o non) cinematografiche.
Le nozze di Cana noto anche come il Convito in Casa Levi – è opera
originariamente posta nel refettorio palladiano dell’Isola di San
Giorgio Maggiore a Venezia (sede della la Fondazione Giorgio Cini,
coinvolta ovviamente nell'operazione). Nella presentazione
Peter Greenaway ha narrato quanto di sperimentale, a varie fasi e con
varia tecnologia, è stato apportato al dipinto per ‘capirlo’, per
trattarlo, per leggerne e interpretarne, anche storicamente (con voci
popolari ‘inventate’ secondo la mentalità borghese-mercantile
veneziana di allora), le tendenze, l’atmosfera, le caratteristiche del
tempo.
Il fac-simile de
Le nozze di Cana,
ri-posto nel contesto architettonico culturale per cui era stato
concepito – il refettorio palladiano di cui sopra - ha offerto a
Greenaway l’opportunità di interpretare in modo innovativo ed
originale lo stato dell’arte interagente tra immagini, luci, musica
voci e suoni che ‘paiono’ emergere direttamente dal dipinto del
Veronese. Una performance multimediale di 40 minuti che porta lo
spettatore all'interno della composizione pittorico-architettonica:
un'esperienza audiovisuale affascinante e unica.
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