The Big Kahuna
di John Swanbeck - USA 2000 - 1h 30'

"Qualche volta devi tagliarti le gambe per evitare le trappole della vita"

da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro)

Una dark comedy in una camera d'albergo in una cittadina del Kansas, per parlare delle umiliazioni quotidiane di quel povero americano frustrato dal lavoro che ritorna qui protagonista, nella sua versione middle dass, evoluzione quasi antropologica e sociale del «Commesso viaggiatore» di Miller e degli agenti immobiliari di Mamet. Ma il soggetto così teatrale di The Big Kahuna - come dire il grosso affare, il colpo grosso per i venditori di commercio - viene da un romanzo di Roger Rueff, Hospitality Suite, nel quale si incrociano, nell'attesa del Grande Compratore che è un po' come il Godot di Beckett, tre mediatori di lubrificanti che parlano per 90 minuti di lavoro edi altro, tirandoci dentro un gioco psicologico di rara intelligenza drammaturgica, un dialogo che rimbalza come un ping pong e passa dall'alto al basso con perfetta furberia. Certo, si parla soltanto, chi vuole gli effetti speciali si astenga; ma chi crede che il cinema debba render merito anche al dialogo, questa è un'occasione da non perdere. Anche perché i caratteri sono complementari e speculari, ciascuno soffre come può: Larry, il più arrogante, fa il padre padrone interessato solo agli affari, Phil ha problemi perché è stato appena lasciato dalla moglie e Bob è il giovane alla prima uscita, che invece di discutere le percentuali preferisce parlare di Dio: è più importante parlare di Gesù o del lubrificante? All'alba, dopo una nottata non semplice, i tre si confessano più cose di quanto sospettassero.

scheda CGS settembre 2000
[TORRESINO]