Tango |
da Il Corriere della sera (Maurizio Porro)
Il nuovo film di Saura si riallaccia a una delle
passioni del regista spagnolo, ma è molto più di un omaggio
alla danza, è quasi un musical "serio" che si esprime
con la passione del ballo più che con la parola, regolato dalla
luce "interiore" di Vittorio Storaro. E' la vita nel suo farsi
e disfarsi, l'amore, ma anche la filosofia e la politica: soprattutto è
un film che, partendo dalla tradizione "back stage", racconta
la preparazione di uno spettacolo e la storia di un uomo-regista mescolando
realtà e finzione, con ospite d'onore il tango. I fatti sono semplici,
ma Saura li rende ridondanti esemplari, quasi astratti: è la sua
qualità ammaliatrice.
Il regista Mario, lasciato dalla moglie, cura l'andropausa con un film
in interni molto teatrali sul tango, scrittura la brava "pupa"
del suo finanziatore, se ne innamora. Un gioco sentimentale pericoloso,
in cui il nostro lega a doppio filo vita e tango, usato come mezzo curativo
personale ma anche per rievocare l'arrivo degli emigranti in Argentina
e per coprire le infamie della dittatura militare. Niente happy end, nessuno
se l'aspetta.
Sembrerebbe che dal tango, specie Saura, non potesse ricavare più
nulla di nuovo: invece questo film gli rende onore, evita la retorica,
mentre la danza riesce a catalizzare altri elementi, sociali oltre che
sensuali, parlando col corpo. Un musical con l'anima divisa e sofferente
di un artista cui non tornano i conti. Momenti magici, anche per la bravura
degli artisti e ballerini (Miguel Angel Solà, Elena Flores, Laura
Fuentes), per le luci di Buenos Aires, per le emozioni dello spettacolo
nel suo divenire. Il talento visionario del film cresce a vista, con l'optional
della performance di Julio Bocca, per fortuna nel ruolo di se stesso.
serata a ritmo di TANGO con esibizione di ballerini - TORRESINO aprile-giugno 1999