Sotto
falso nome |
da Film Tv (Emiliano Morreale) |
Andò, noto regista teatrale e autore del Manoscritto del principe, è un siciliano dalla vocazione più europea che italiana, come conferma anche l'atmosfera di questo film. Uno scrittore ebreo di origine polacca, che ha sempre lavorato sotto pseudonimo, viene sedotto dalla sposina del figliastro e ricattato dall'amichetta di lei. Ma il vero mistero sta più in fondo: in una storia di plagi e di suicidi, anni prima, in uno scambio di ruoli e di identità. Destino, Colpa, Pseudonimo, Mitteleuropa e Scrittura: il rischio di kitsch Citati-adelphiano, come si capisce, è forte, e non sempre schivato. Il regista vorrebbe narrare una storia di ambiguità e reticenze. Ma in realtà ciò che sembra temere è proprio il silenzio, lo spazio vuoto tra i personaggi, e riempie il film di pioggia, voce off, sguardi in tralice, musiche di Einaudi, come tentato da un sotterraneo barocchismo. Il film gronda letteratura e teatro, perfino nelle scene di sesso. Poi però, man mano che l'intrigo si dipana, ci si appassiona e si apprezza l'eleganza dell'impaginazione, la direzione degli attori, la forza dei set. A tratti la raffinata regia, da piccolo Chabrol italiano, dà al film un vero respiro "europeo". Stupendi gli abiti della Mouglalis. |
TORRESINO - marzo 2004