Sorgo rosso (Hong
Gaoliang) |
Il vento tra gli steli del sorgo, il calore e
il colore di una natura rigogliosa, la violenza e il desiderio in un incontro
di insolite premesse per una storia d'amore. La giovane donna, nel corso
del suo tumultuoso viaggio verso la casa del promesso sposo, comprende
che il futuro che l'attende sarà tormentato da dolore e passioni:
il marito che l'aspetta è un vecchio lebbroso, la distilleria di
sua proprietà è punto di riferimento per vagabondi e briganti,
uno scatenato spasimante non le dà tregua... Al crudo intreccio
di Sorgo rosso corrisponde, in magistrale sintonia, la dirompente
forza immaginifica che Zhang Yimou, al suo esordio, sa orchestrare con
mano possente. Il racconto procede tra squarci elegiaci e crescendo di
tensione. Alla scomparsa del vecchio marito la bella Gong Li (un'interprete
davvero perfetta) ha saputo come destreggiarsi: ha preso in mano l'azienda,
fronteggiando con furbizia le scorrerie del bandito Tre Cannoni, ha messo
in riga il balordo spasimante che l'aveva posseduta, legandolo a sé
con la nascita di un figlio, ha potuto alfine gustare la grappa del sorgo,
frutto del lavoro suo e dei suoi dipendenti, in un'armonia di uomini e
ambiente felicemente ripristinata. Ma l'invasione giapponese (siamo nella
Cina degli anni 30) fa esplodere all'improvviso una nuova violenza di incredibile,
efferata crudeltà: anche nella comunità che vive intorno
alla distilleria, il rosso del fuoco, del sangue e del dolore si uniranno
in una metafora di indimenticabile impatto figurativo dove, nella sofferenza
comune, uomo e donna ribadiscono ruoli feudali contrapposti, di alterità
e predominio, di tradizione e sfruttamento. In una società in lacerante
trasformazione il brutale cammino della Storia sembra non conoscere pietà,
lasciando nel cuore e negli occhi dei sopravvissuti solo un allucinato
paesaggio di morte e desolazione.
e.l. LUX mini-personale di Zhang Yimou marzo/maggio 1992 |
BERLINO 1988: Orso d'oro |