Segnatevi questo titolo perché segna la riscossa della commedia all'italiana dopo tanta volgarità, noia, qualunquismo: Smetto quando voglio del 32enne salernitano Sydney Sibilla si mangia tutti i cinepanettoni e recupera con ritmo la leggerezza del racconto da gruppo di perdenti alla Monicelli. Questi laureati ricercatori disoccupati esperti di antropologia ed epigrafia, sono i soliti ignoti di oggi: l'idea viene dal trafiletto di un giornale su due laureati in filosofia che da netturbini discutono di Ragion Pura. (...) Pur puntando al paradosso, il film racconta una gioventù molto verosimile nelle sue illusioni perdute e si diverte a caratterizzare questi amici lanciati in un'operazione alla Full Monty anche se molti citano la serie Breaking Bad che ha una similitudine apparente, ma il tono è diverso. Finalmente un film con soggetto, cast di prim'ordine, sceneggiatura (scritta dal regista con Valerio Attanasio) che resiste fino all'ultima battuta, una pregnante fotografia di Vladan Radovic: e non c'è invasione di product placement, cioè pubblicità. Da notare l'assenza di volgarità e di quei molesti stereotipi che inficiano i film sui giovani. Si parla, scherzando fino a un certo punto, del dramma di una generazione perduta nella crisi che manda in tilt anche il pudore etico: vince il divertimento del racconto curioso che si mette in moto e non molla più la presa. Gruppo virile di non divi in bilico tra cinema, tv e teatro, a cominciare da Edoardo Leo, il deus ex machina, sposato a Valeria Solarino. Tutti da citare per l'entusiasmo con cui affrontano questa fantastica avventura, dal gruppo Boris (Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Pietro Sermonti) al villain Neri Marcorè fino a Libero de Rienzo, dalla taglia L di Stefano Fresi a Lorenzo Lavia, Solli e Poggi. |
Maurizio Porro - Il Corriere della Sera |
Come si fa a produrre in modo artigianale una droga da sballo e del tutto legale? Naturalmente serve la formula. Ma se avete sottomano un neurobiologo capace di azzeccare la chimica, il resto - zucchero a velo, chiodi di garofano, prodotti per acquario, etc. - si trova al supermercato. Questo almeno racconta lo svelto, astuto, divertentissimo debutto di un 32enne di Salerno che somiglia ai suoi antieroi. Sa come produrre effetti irresistibili. E soprattutto sa farlo 'in casa', usando ciò che ha sottomano (che tutto il cinema italiano avrebbe sottomano, se solo volesse). Attori impeccabili, anche se, anzi proprio perché non sempre notissimi. Dialoghi esilaranti che trasportano a Roma motivi e cliché provenienti da film e serie tv inglesi o Usa (ma anche dagli italianissimi Boris e Santa Maradona). Sentimenti bassi quanto universali (non serve aver visto Breaking Bad per aver sognato almeno un attimo di darsi ad attività pericolose quanto redditizie). Il tutto fuso in una sceneggiatura scoppiettante e accuratissima (di Valerio Attanasio, Andrea Garello e del regista Sydney Sibilia). Che elabora in chiave comica un dato drammatico nonché, di nuovo, sotto gli occhi di tutti: se in Italia molti brillantissimi laureati sono costretti a cercare lavori terribilmente inferiori al loro curriculum, perché non immaginare che usino le loro doti per aggirare la legge, magari producendo una molecola psicotropa non ancora catalogata come droga, dunque paradossalmente legale? (...) scritto, diretto e interpretato con una consapevolezza e un divertimento rari quanto contagiosi. Dopo anni di comicità coatta, fasulla, predigerita e, quella sì, tossica, una ventata rigenerante. |
Fabio Ferzetti - Il Messaggero |
promo |
Pietro Zinni, geniale ricercatore in Neurobiologia di 37 anni, viene licenziato a causa dei tagli all'università e deve improvvisamente trovare un modo per sopravvivere. Ma cosa può fare uno che nella vita ha sempre e solo studiato? Semplice: organizzare una banda criminale coi fiocchi. Pietro inizia così a reclutare i migliori tra i suoi ex colleghi, grandi cervelli che ormai vivono ai margini della società facendo i mestieri più disparati. Le loro competenze - Semiotica interpretativa e Epigrafia Latina, Archeologia Classica, Macroeconomia Dinamica, Chimica Computazionale, Antropologia culturale - si riveleranno incredibilmente perfette per il successo nel mondo della malavita. Ma riusciranno a gestire la loro nuova vita di criminali ricercati? Scritta, diretta e interpretata con una consapevolezza e un divertimento rari quanto contagiosi, ecco un'opera prima in cui si apprezzano la semplicità di tono e i dialoghi, la scorrevolezza di ritmo, il fondo amaro di una comicità che scaturisce dal dramma reale. Un balletto grottesco e paradossale attorno al mondo del precariato: 'meglio ricercati che ricercatori', meglio spacciare che finire spacciati, meglio ridere che piangersi addosso... |