I sentimenti
(Les sentiments) |
da La Repubblica (Roberto Nepoti) |
Una commedia d'adulterio, dalla traccia narrativa banale, è trasformata dalla cinepresa di Noémie Lvovsky in un piccolo, delicato, dolceamaro trattato sui sentimenti. Una giovane coppia (Isabelle Carré e Melvil Poupaud) si stabilisce nella casa di fianco a quella di una coppia più navigata (Jean-Pierre Bacri e Nathalie Baye). Il fresco marito è destinato a diventare il successore del medico di campagna Jacques, padre di famiglia ormai intristito e rassegnato a una vita senza entusiasmi. Ma a contatto con la primavera della sposina, Edith, il cinquantenne rifiorisce: è adulterio; o, se preferite, amore. Noémie conosce le leggi dell'amore, un po' chimica, un po' alchimia. Dell'adulterio mostra la faccia gioiosa, anziché farne un vaudeville o una tragedia (come La signora della porta accanto di Truffaut, di cui il suo film è un po' la versione ottimistica). Messa da parte la nozione di colpa, focalizza sulla voluttà degli amanti. Ciò non significa che l'esito della storia non sarà doloroso. I sentimenti lo preannuncia seminando indizi con intelligenza: come la scena del collirio negli occhi di Jean-Pierre Bacri, che prelude all'infinita tristezza del suo sguardo nell'epilogo. Anche se finge di trattare l'argomento con mano leggera, privilegiando lo humour sul dramma, la regista ci racconta cose tutt'altro che scontate sulla vita piena d'incoerenze, sulle intermittenze del cuore. Ci fa guardare allo specchio; senza esagerare in autoassoluzioni, ma con una benefica dose d'indulgenza per noi stessi. |
LUX - marzo 2004