Un film solido e sincero, non di finzione, costruito intorno a sei principali protagonisti incontrati lungo il viaggio. La bellezza e la tortuosità della strada, lunga 800 km, con il sole che brucia o la pioggia che sporca, accompagnano migliaia di uomini e donne, che nel corso degli anni hanno ritrovato il senso del tempo e il senso di Dio. Nella scelta non facile dei protagonisti la regista Smith, che aveva compiuto il suo primo viaggio nel 2008, ha trovato persone provenienti da tutto il mondo. (...) Un 'fil rouge' attraversa le vite dei pellegrini che hanno scelto di fare parte di questo film: hanno tutti un 'sasso' da lasciare, qualcosa da scoprire. (...) Il montaggio finale del film, costruito sul cammino di ognuno di questi sei personaggi, che incontrano altri pellegrini, è alla fine un viaggio interiore segnato dalla scoperta di un significato più profondo. Perseveranza, distacco e fiducia affiancati dalla stanchezza, dalle difficoltà, dallo sgomento sono la ricchezza di questo piccolo grande film girato e promosso con un budget basso... |
Emanuela Genovese - Avvenire |
L'alto (la motivazione allo spirituale) e il basso (il camminare sulla dura terra), l'alto (la ricerca interiore) e il basso (la fatica quotidiana del duro cammino): in mezzo gli oltre ottocento chilometri del «Cammino di Santiago», forse uno dei percorsi più celebri, un pellegrinaggio che richiama, ogni anno, migliaia di persone sul suo percorso. Ma in mezzo, anche, tra quell'alto e quel basso, tante storie, quante sono quelle che ogni pellegrino potrebbe raccontare. La documentarista americana Lydia B. Smith ne ha scelte sei per raccontare, attraverso gli occhi, e il cammino, di altri, quella che era stata, qualche anno prima, la sua stessa esperienza. Rimasta infatti letteralmente folgorata dalla bellezza e dall'intensità dell'esperienza vissuta la regista lo ha voluto non solo ripercorrere, ma anche raccontarlo. (...) Una storia polifonica, quindi, ma non il classico film «corale» proprio perché il viaggio è sempre e comunque un percorso individuale all'interno del quale, come dicevamo, ognuno attinge le forze per compierlo, dalla propria storia personale. «La Via Lattea» come lo aveva definito Luis Buñuel nel suo film del 1969: è proprio un viaggio sotto le stelle dove uno tra i principali protagonisti è proprio il paesaggio. La bellezza del film infatti si rispecchia proprio nello splendido paesaggio che i pellegrini attraversano percorrendo il Cammino: il giorno e la notte, il sole e la pioggia, la fatica e la gioia, la sofferenza e il dolore. Tutto si sublima e si riflette, filtrato dallo sguardo dei protagonisti. Un film di rifrazioni che scheggiano la storia (del Cammino) nelle varie storie dei protagonisti che lo compiono. |
Andrea Frambrosi - L'Eco di Bergamo |
promo |
Per molti secoli, la gente ha viaggiato dal nord della Spagna lungo il "Cammino di Santiago" come pellegrini alla ricerca di una propria crescita spirituale e interiore. Il film segue da vicino un gruppo di persone che affrontano il "Cammino", ognuno con le proprie ragioni, motivazioni e aspettative, dotati solo di uno zaino, un paio di stivali e, soprattutto, una mente libera e aperta. L'americana Lydia B. esordisce alla regia ibridando esperienza autobiografica e anelito spirituale sul celebre itinerario della Spagna settentrionale. Una visione multi-prospettica caricata sulle spalle di sei pellegrini... |