Non male l'esordio alla regia di Falcone, già sceneggiatore di alcune ordinarie commedie romanocentriche in stile Bruno-Brizzi-Martano. Se Dio vuole non arriva a invertire la rotta, pero si fa vedere in relax, segna qualche guizzo extra stereotipi e soprattutto impone la raggiunta maturità dei protagonisti Giallini e Gassman. (...) si fronteggiano nell'intero corso del film proprio come facevano negli hit popolari anni 70/80 i vari Celentano, Montesano e Pozzetto e il coro dei comprimari è ben affiatato e risponde allo stesso gusto un po' vintage. Per capire quanto G&G siano cresciuti e rispondano con eleganza e maturità alle svolte di un copione non proprio monumentale, basta non limitarsi a valutare come pronunciano bene le battute, ma cercare di apprezzare in surplus la tempistica e la scioltezza con cui si spostano nell'inquadratura e accompagnano la sequenza. L'epilogo che addolcisce il vago sentore anticlericale non è il massimo, ma Se Dio vuole resta tramandato da un gusto meno cialtronesco di quello attualmente in auge. |
Valerio Caprara - Il Mattino |
L'ambizione di Edoardo Falcone è quella di firmare una commedia che non segua le solite strade della farsa o della macchietta. E lo spunto di partenza per Se Dio vuole sembra proprio azzeccato: originale, adulto, non volgare. (...) il film cerca di camminare sul fragile crinale che separa comicità e commedia: una battuta o una gag aiutano i personaggi a costruire la propria identità, quella che in altri film sarebbe stata delegata ad approfondimenti psicologici o comportamentali. Ed è soprattutto il ritmo del montaggio, che inanella brevi scenette «esplicative» - in ospedale o a casa - a tener tesa la curiosità del pubblico e a tratteggiare il carattere dei personaggi (...). Le cose si complicano (per lo meno per il film) quando la storia ha messo le sue carte in tavola e il film dovrebbe concentrarsi sul confronto tra il padre ateo e malfidente e il prete generoso e altruista. A questo punto la sceneggiatura cambia pelle per confrontarsi con temi più seri, più complessi (o presunti tali) ma il film perde in ritmo ma soprattutto in coerenza… |
Paolo Mereghetti - Il Corriere della Sera |
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Lo stimato cardiochirurgo Tommaso e sua moglie Carla oggi sfiorita come gli ideali “appassionati” in cui credeva, trovano soddisfazione non tanto nella figlia più grande, Bianca (scialba in interessi e idee) quanto in Andrea, brillante studente di Medicina. Quando il ragazzo inizia a mostrare atteggiamenti “diversi” il sospetto è quello di una possibile omosessualità fino a quando Andrea decide finalmente di aprirsi in famiglia e comunicare l'intenzione di diventare sacerdote. Per Tommaso, ateo convinto, è un duro colpo e quando scopre che è il responsabile del “cambiamento” è Don Pietro, un sacerdote davvero sui generis, inizia con lui una vera e propria guerra senza esclusione di colpi... L'ambizione è quella di firmare una commedia che non segua le solite strade della farsa o della macchietta e Se Dio vuole si fa vedere in relax, segna qualche guizzo extra stereotipi e soprattutto impone la raggiunta maturità dei protagonisti Giallini e Gassman. |