Colma di buone intenzioni, la commedia di Riccardo Milani scritta con la moglie e interprete Paola Cortellesi, parla della delusione dell'Italia di oggi, dove tutti fuggono e invece l'eroica architetto Serena vuol tornare, andando a sbattere contro una pochade (finge di essere un altro, convive con Raoul Bova, il gay più improbabile della storia del cinema) mentre tenta di accendere l'attenzione sull'attuale problema del lato umano della cementificazione: anche i fabbriconi hanno un'anima. Soggetto di radici solide, vere ma lo svolgimento spesso annacqua e la sceneggiatura non tappa tutti i buchi. Alla base, ma non è uno scoop, il fatto che tutti noi fingiamo sempre di essere qualcun altro, anche questo film cui vorremmo affezionarci di più, al lordo del gioco degli equivoci e di gaiezze anni 50. |
Maurizio Porro - Il Corriere della Sera |
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Serena è un architetto dal talento straordinario. Dopo una serie di successi professionali all'estero, ha deciso di tornare a lavorare in Italia, perché ama il suo paese. Nell'avventurosa ricerca di un posto di lavoro si trova di fronte a una scelta folle, farsi passare per quello che tutti si aspettano che lei sia: un uomo... Il gioco di equivoci e errori di persona è sfacciato così come la via maestra del lieto fine, ma il sorriso è assicurato. Il merito va soprattutto alla verve di Paola Cortellesi. |