Santa
Maradona |
da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro)
Che bella, divertente, vitale sorpresa è Santa Maradona , opera prima di Marco Ponti che racconta le vite in sospeso e un po' spericolate di due ragazzi neo laureati, amici per la pelle come Robert e Paul del loro cult Butch Cassidy, che a Torino attendono di entrare ufficialmente nella vita: ma senza fretta, non si piacciono gran che. Intanto aspettano, consumano cinema e sport come gli italiani medi, si innamorano, si lasciano, si sfottono, si disperano con allegria. Ma prima o poi un ufficio li acchiapperà, l'immagine fissa che li vede alla fine buttarsi in avanti è open, è assai probabile che non cambieranno il mondo, che andranno tutti giù per terra, ma il loro disadattamento è reso benissimo. Il regista, anche sceneggiatore, si è fornito di un copione pieno di battute spiritose, di piccole grandi idea significative, non retorico né moralistico ma con tutti i problemi reali allineati in attesa, mentre la cinepresafa qualche birichinata giovanile da nouvelle vague. Ma non passa inosservato che un'ansia esistenziale li corrode, che una vita così non ha senso, che è difficile arrendersi al ménage. Forti di due personaggi scritti benissimo, il film si avvale di un duetto strepitoso di interpreti: Stefano Accorsi, divo amato e romantico, è l'ideale ragazzo un po’ sbandato della porta accanto, mini ribelle con una causa che ci guarda con malinconia, mentre Libero De Rienzo è non solo drammaticamente comico fra nevrosi e infantilismi ma anche di una irrefrenabile simpatia. E le due signorine in causa, Anita Caprioli e Mandala Tayde non sono solo un ornamento, accarezzano con grazia la storia. Andate a vedere Santa Maradona, un spiritoso, bel capitolo del nuovo cinema italiano.
TORRESINO dicembre 2001