Salvo
Fabio Grassadonia e Antonio Piazza
- Italia/Francia 2013
- 1h 44'
vincitore Semaine de la Critique
Applaudito
vincitore della Semaine de la Critique di Cannes, il film dei
palermitani Fabio Grassadonia e Antonio Piazza è un dramma, ma riscattato
da un'idea di speranza; è una storia calata in un contesto mafioso ma
priva di connotazioni folcloristiche o ambizioni di denuncia; è un'opera
giocata di sfumature psicologiche, ma con una forza antropologica da fiaba
arcaica. (...) Nel capannone abbandonato (...)sboccia fra le due anime
solitarie un rapporto di complicità che si concretizza in densi silenzi e
sguardi che mai si incrociano, fino all'inevitabile resa dei conti sotto
un sole abbagliante. Il palestinese Saleh Bakri presta a Salvo il suo
volto impenetrabile, Sara Serraiocco è una vibratile Rita, efficace la
cornice scenografica di Dentici, incisiva la fotografia di Ciprì.
Alessandra Levantesi Kezich -
La Stampa
Applausi
convinti hanno accolto il primo film italiano sulla Croisette,
Salvo,
di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza (...). La scommessa dei due registi
è quella di fondere uno stile ultra-realista, con lunghi piani sequenza
che pedinano il protagonista (molto bello quello del suo ingresso nella
casa dell'uomo da uccidere), a una lettura «magica» della realtà, dove
l'amore finisce per superare la crudeltà del mondo e, come nel toccante
finale di
Lucky Star di
Borzage, la forza dei sentimenti riesce a superare i limiti del corpo.
Ieri (era il 1929) per introdurre l'happy ending, oggi per aprirsi almeno
verso la speranza di un riscatto.
Paolo Mereghetti - Il
Corriere della Sera
Esordio
di Piazza e Grassadonia, che ha stravinto la
Semaine de la Critique di Cannes e che arriva in sala dopo le
colpevoli titubanze della distribuzione nostrana: meglio tardi che mai.
Salvo
sa minimizzare, se non occultare, le proprie debolezze: dalla
macchiettistica presenza di Luigi Lo Cascio (padrone di casa del killer)
alla sceneggiatura che cala insieme al pathos nella seconda parte: ottima
la fotografia di Daniele Ciprì, interessante la riflessione sul 'vedo -
non vedo' che unisce e divide i due protagonisti, a fuoco la drammaturgia
sensoriale e il milieu mafioso,
Federico Pontiggia - Il
Fatto Quotidiano
promo
Salvo, killer
di mafia a Palermo, uccide il fratello di Rita davanti a lei. La
ragazza è cieca dalla nascita, ma il drammatico evento è causa di
un miracolo: Salvo, disturbato dagli occhi di Rita che lo fissano
senza vederlo, li chiude con le mani coperte di sangue e quando
lei li riapre vede per la prima volta. Da quel momento i due
vivranno isolati in un magazzino abbandonato, ma la nuova
situazione li renderà consapevoli del bisogno di una vita diversa
e libera per entrambi. Ma niente potrebbe essere più pericoloso...
Tra poliziesco, storia d'amore, western e dramma sociale, un film
quasi senza dialoghi che "parla" con parole inquadrature
accuratissime, rumori d'ambiente importanti quanto le immagini,
ellissi e reticenze. Uno stile ultra-realista, con lunghi piani
sequenza che pedinano il protagonista. una lettura «magica» della
realtà, dove l'amore finisce per superare la crudeltà del mondo.