RKO 281
Benjamin Ross - USA 1999 - 1h 27'
[opera prima]

La realizzazione e le vicende di Quarto potere, per molti il più bel film di tutti i tempi, costituiscono un pezzo di storia moderna autenticamente appassionante. Per la prima, ci si può documentare su un libro di Robert L.Carringer, "Come Welles ha realizzato Quarto potere" , pubblicato di recente dal Castoro. Alle seconde sono dedicati un documentario «nominato» agli Oscar e - ora - un film di fiction, RKO 281, prodotto da Ridley e Tony Scott per la televisiva HBO. Genio conclamato all'età di 24 anni, Orson Welles (Liev Schreiber) sceglie come protagonista di quello che sarà il suo capolavoro, mascherandolo sotto il nome di Kane, il magnate della stampa William Randolph Hearst e ne interpreta lui stesso la parte. Convince il riluttante Herman Mankiewicz (John Malkovich) a scrivere una sceneggiatura sull'uomo che pretende che tutti gli americani vedano il mondo secondo la sua ottica (qualsiasi riferimento alla situazione di oggi non è puramente casuale) e ci mette dentro anche le questioni private di Hearst e della sua giovane amante, l'attrice Marion Davies, interpretata da Melanie Griffith («Rosabella», la slitta/enigma di Quarto potere, era il nomignolo affettuoso con cui il vecchiaccio chiamava il sesso di Marion). Inviperito, il Creso dei media giura di bloccare l'uscita del film e di distruggere il sacrilego, mobilitandogli contro la (sua) stampa e i padroni delle major hollywoodiane. L'idea d'avvio è brillante: come nel prologo di Quarto Potere, la vita del protagonista viene riassunta da un falso cinegiornale d'epoca. Ciò che segue rientra di più nella routine del genere biografico, prendendo le cadenze di un racconto morale con Davide che sfida Golia e trionfa, contro ogni probabilità. Se Schreiber è una pallida copia di Orson (e chi non lo sarebbe?), la sobria interpretazione di Malkovich merita tutti gli elogi.

Roberto Nepoti - La Repubblica

La leggenda di Quarto Potere 
Esce in Italia "RKO", il film di Benjamin Ross, nato da un progetto di Ridley Scott, sull'esordio tumultuoso del grande autore


«Volevo realizzare un film che non fosse tanto il resoconto di un conflitto quanto un'indagine di tipo caratteriale. perciò desideravo rappresentare un uomo dai molti risvolti. È stata mia l'idea di mostrare che sei o più individui avrebbero potuto avere tante opinioni contrastanti, che riguardavano la natura di una sola indole. Ovviamente tale concetto non avrebbe funzionato se fosse stato applicato ad un comune cittadino americano». Così Orson Welles rispose alla domanda se
Citizen Kane fosse ispirato a Hearst. Una conferma indiretta, suffragata dal magnate che, riconoscendosi nel film, usò tutto il suo potere per impedirne l'uscita, manifestando il suo antisemitismo con le minacce ai dirigenti ebrei delle Major.
RKO, la vera storia di
Quarto Potere, il film di Benjamin Ross in uscita in Italia, racconta l'esordio cinematografico del giovanissimo Orson Welles all'inizio degli anni Quaranta, dopo che già aveva terrorizzato l'America con l'audace trasmissione radiofonica "La guerra dei mondi", l'origine del film, la collaborazione con lo scrittore Herman Mankiewicz tradito e poi recuperato e con il grande direttore della fotografia Gregg Toland con il quale reinventò la tecnica di riprese e di illuminazione, e infine il conflitto con il conflitto con il "nemico" Hearst. Nel cast ci sono Liev Schreiber (Welles), John Malkovich (Mankiewicz), James Cromwell (Hearst), Melanie Griffith (Marion Davies), Brenda Blethyn (Louella Parsons).
Il progetto di RKO si deve a Ridley Scott, che cinque anni fa fu colpito dalla visione del documentario "The battle over Citizen Kane" e ne acquistò i diritti, ma le trattative con le Major si prolungarono per troppo tempo, il regista fu distratto da altri impegni, tra i quali "Il gladiatore" e quando la Hbo aderì al film, Scott rimase come produttore e affidò la regia a Ross, che lo ha girato tutto negli studi londinesi di Shepperton, dove ha ricostruito il castello di Hearst.
Malgrado l'ostracismo, Quarto potere uscì: con un appassionato intervento sul tema della libertà, essenziale nel momento in cui Hitler stava soffocandola in tutta l'Europa. Welles riuscì a convincere gli azionisti della Rko a non distruggere il film. La prima fu al Palace Theatre di New York, l'1 maggio 1941, in quella settimana Welles compiva 26 anni. Non fu un grande successo, la rivincita venne più tardi: ancora oggi
Quarto Potere è ritenuto "il film più bello del mondo". (m.p.f.)

Hearst contro Welles - storia di una battaglia 
Il regista Benjamin Ross e le polemiche sul mito
l'intervista

MARIA PIA FUSCO

Roma - Non un documentario, ma «un'allegoria di come si fa un film, una metafora del conflitto tra artista e potere, che prescinde dal contesto storico, Hearst potrebbe essere Hughes o Murdoch o Berlusconi». Così Benjamin Ross, il regista inglese di RKO, la vera storia di "Quarto potere" , definisce il suo film. «Ma una volta finito, ci siamo accorti che il film è anche altro. C'è il tema del doppio, della vicinanza tra le personalità del regista e del magnate, che emerge dal dialogo con Herman Mankiewicz, lo scrittore interpretato da John Malkovich, il primo a capire che Welles non scelse a caso la storia di Hearst, aveva con lui una specie di identificazione».
Nel suo film Hearst è trattato con molto rispetto...
«Non volevo una contrapposizione tra il buono e il cattivo, non è mai così nella vita. E come Welles era pronto a tutto pur di fare il suo film, Hearst fu capace di qualunque bassezza per non farlo uscire. E fu comunque una lotta tra Davide e Golia, solo un giovane poteva portarla avanti, a 24 anni Welles aveva l'incoscienza, il coraggio, l'arroganza e l'egocentrismo necessari per non soccombere».
La "sua" Marion Davis è diversa da "Quarto potere"...
«Con il personaggio di Susan Alexander, Welles la trattò con molta cattiveria, ma la Davis fu anche una buona attrice e si comportò con molto affetto e lealtà con l'amante Hearst. Melanie Griffith è stata straordinaria nel restituirle fragilità e umanità. Anni dopo il film Welles si pentì, ammise di essere stato ingiusto con lei».
Cos'è per lei "Quarto potere"?
«Qualcosa di irripetibile, come Mozart. Quando lo vidi in tv avevo 9 anni, e mi divertii, ricordo l'energia, la forza delle immagini. È un film popolare, accessibile ai bambini. È una delle ragioni per cui ho fatto "RKO", non voglio che la memoria di Welles resti affidata solo a cinefili intellettuali. È triste che gli spettatori di "RKO" siano tanti di più di quelli che hanno visto "Quarto potere"».
Lei ha ereditato il progetto del film da Ridley Scott...
«Non è un progetto che piace alle Major, non è stato facile montarlo, se non fosse intervenuta l'Hbo non si sarebbe fatto il film. Scott lo ha prodotto, ma era occupato dal Gladiatore e non è mai intervenuto. Peccato che non ho ereditato il budget: per Ridley era di circa 80 milioni di dollari, per me è stato di 10 milioni di dollari».
Come hanno reagito i fanatici di Welles?
«Per alcuni Welles è un'icona intoccabile, quelli si sono arrabbiati. Io odio questo atteggiamento, mi piace essere blasfemo, farlo scendere dal piedistallo e renderlo un personaggio popolare. Mi sembra un modo "alla Welles", credo che lui avrebbe capito che il film è un atto d'amore».

cinema invisibile cinema TORRESINO maggio-giugno 2001
riflessioni su un capolavoro

RKO 281 è la vera storia di Quarto Potere, dell'esordio cinematografico del giovanissimo Orson Welles. "Non un documentario, ma un'allegoria di come si fa un film, una metafora del conflitto tra artista e potere, che prescinde dal contesto storico, Hearst potrebbe essere Hughes o Murdoch o Berlusconi…"