Razlucnica (L'intrusa)
di Amir Karakulov - Kazahstan 1991 - 1h 22'
[opera prima]

  

Amore e morte nel Kazahstan. In Razlucnica (L'intrusa), opera prima del sovietico Amir Karakulov, due fratelli vedono il loro vivere sconvolgersi per la presenza di una ragazza. Rustem ha venticinque anni, Adil' solo diciotto; abitano da tempo nella stessa casa, non è importante di cosa e come vivano, le loro giornate passano spensierate e sono uniti da un affetto profondo. Quando però Rustem si innamora di Dal'mira e la porta a vivere in casa subito il rapporto s'incrina. Dapprima Adil' si sente abbandonato, poi s'ingeloscisce perchè Dal'mira ha toccato anche il suo cuore. Mentre Rustem si assenta per un lungo periodo di lavoro Adil' si getta tra le braccia di Dal'mira: lei lo respinge, ma è solo questione di un attimo, poi il triangolo amoroso si delinea con tutta la forza di una passione giovane e sofferta. Al ritorno del fratello ogni cosa sembra come prima ma il peso delle tensioni d'amore si fa via via insostenibile. Rustem va da Dal'mira che dorme e la soffoca con il cuscino, quindi torna da Adil'. Nei loro sguardi c'è tristezza, indecisione, forse complicità: il futuro è di nuovo tutto loro, in solitudine e angoscia. Raccontando la trama de L'intrusa sembra di sprofondare nel melodramma più banale e sfacciato; in realtà Karakulov tiene sospeso tempo e spazio al limite della sopportazione ritmica e figurativa. La stasi della situazione sentimentale si ripercuote su immagini e dialoghi: la distesa della steppa, lo sfondo bianco di un muro, la tetra cornice dei sobborghi rurali: un realismo quasi documentaristico, affiancato da un fotografia pastosa, quasi sgranata, da sviluppi narrativi lenti a configurarsi, rapidi nello spegnersi: Adil' torna a casa e trova inaspettatamente Dal'mira; poche parole, pochi gesti, giusto il tempo di sedersi a tavola e di mangiare in silenzio, con avidità... Di nuovo il tramite del cibo per raccontare la disperazione: Azil sbuccia e mastica cipolle con una benda nera sugli occhi per fermare (nascondere!) le lacrime. La rivalità tra i due fratelli si esplicita in un'assurda gara di apnea in piscina, un proposito di fuga di Adil' si esaurisce in un inseguimenteo a tre sopspeso nel buio della notte, sotto il lampeggiare di un semaforo... Se Razlucnica appare non completamente risolto non gli si può negare di trasmettere allo spettatore un coinvolgente senso di sofferenza e di stagnazione, un'atmosfera greve di claustrofobia esistenziale.

e.l. Il Mattino di Padova - 6 settembre 1991

Venezia 1991: Settimana Internazionale della Critica