E' il febbraio del '45, in quel di Porzus, provincia
di Udine. Dopo un sanguinoso agguato contro i partigiani rossi che tentavano
di passare in Jugoslavia per unirsi alle truppe di Tito, l'astio tra la
Osoppo (legata ai democristiani e al partito d'azione) e la brigata comunista
(GAP) guidata dal al comandante Geko esplode in una vera faida fratricida.
Un pezzo di storia d'Italia sconosciuto e sottaciuto, un episodio della
guerra partigiana dimenticato e da dimenticare.
Anche nel film di Renzo Martinelli, presentato tra tante polemiche al festival
di Venezia, l'evolversi di tensioni politiche e crudeltà individuali
non giunge ad una spiegazione chiarificatrice, ma al di là della
sospensione del giudizio storico c'è in Porzus un'aura di
irrisolutezza stimolante e fastidiosa insieme. La forza narrativa dell'episodio
partigiano pulsa e sgomenta, ma l'approccio cinematografico è banalmente
irrispettoso. L'incontro da vecchi, tra Geko (Gastone Moschin) e Storno
(un sopravvissuto della Osoppo, interpretato da Gabriele Ferzetti), che
rievocano il racconto, è teatrale ed esagitata e l'enfasi dell'avventura
(con tanto di epici rallenti) si confà più al western che
alla tragedia dell'ultima guerra. Il giovane comandante Geko (Lorenzo Crespi),
bello e tenebroso, recita con toni da fotoromanzo e, in generale, la credibilità
di molti personaggi e situazioni appare approssimativa (tra l'altro Crespi
parla con malcelato accento siciliano, Moschin invece in perfetto veneto).
L'idea infine di utilizzare il "morphing" per trasformare i volti
dei protagonisti dal passato al presente è un effettismo da videoclip
del tutto incongruo.
Eppure Porzus è da vedere proprio per analizzare di persona
l'incontro contraddittorio, ma pregnante tra storia e fiction e verificare
come, se il cinema può risultare utile per un dibattito sul revisionismo
storico, non bastano una buona tecnica (Martinelli arriva "modestamente"
a dichiarare "Io giro da dio") e una pagina di guerra
inedita e sconvolgente per qualificare con dignità il cinema d'autore.
e.l.
La Difesa del Popolo
28/9/9
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