Un cinema gentile, non retorico, che si occupa della gente vera, quello belga. Pauline & Paulette, di Lieven Debrauwer, narra di due sorelle quasi in terza età che si palleggiano interessate - c’è di mezzo l’eredità - la responsabilità di una terza sorella rimasta bambina. Una commedia sentimentale anomala e commovente, cinica ma con un occhio ben aperto sull’infelicità e la gestione della solitudine, soprattutto nella stagione delle sinfonie d’autunno. E’ un film in mano ad attrici strepitose, che si rimbalzano con gli occhi, i silenzi, i mezzi toni, tutte le ambiguità dei rapporti umani, le sorprese dell’amore e anche del disamore, i piccoli eventi, l’operetta, nella vita di provincia. Piace quel ritmo da diario segreto, la voglia di esprimere con un frenato melodramma al femminile il tocco di classe dell’umanità vera, il piacere di raccogliere affetto. |
Maurizio Porro – Il Corriere della Sera |
Dal Belgio arriva una storia che parla del disagio mentale e della difficoltà nella società di oggi, di accettare la vecchiaia. Pauline é una donna di 66 anni, il cui handicap la rende simile ad una bambina e bisognosa di tutto. Vive in un piccolo paese delle Fiandre, accudita amorevolmente dalla sorella Martha che all'improvviso muore. Nel suo testamento Martha lascia i suoi averi a quella sorella che si occuperà di lei. Paulette, single vanesia tutta dedita al suo negozio di merceria e alla passione per l'operetta, Cécile, che vive a Bruxelles con un uomo gretto e meschino, sono molto interessate all'eredità, ma nessuna delle due vuole farsi carico di Pauline einiziano un triste palleggiamento della sorella. Alla fine una soluzione arriva perché l'innocenza e l'ingenuità di Pauline sono in grado di addolcire anche il cuore ristretto di un Grinch. Film malinconico e senza grandi sussulti, con un finale che a più di un critico è parso eccessivamente buonista, Pauline e Paulette si riscatta abbondantemente con il ritratto delle tre sorelle, realistico, senza indulgenze, che crea una profonda empatia nello spettatore e con la toccante interpretazione di Dora van der Groen, che gli hanno garantito la candidatura belga all'oscar del 2002. |
Fabrizio Liberti - Film Tv |
LUX gennaio 2002