Pallottole su Broadway
(Bullets Over Broadway)
Woody Allen -
USA
1994
- 1h 39' |
David Shayne, autore
drammatico con una grande considerazione di se stesso, si rivolge
all'impresario Julian Marx per farsi rappresentare il più recente lavoro.
Marx gli pone la condizione di includere nel cast Olive Neal, aspirante
attrice ignorante e sguaiata, "amica" del gangster Nick Valenti. Con i
soldi di questi, Marx ingaggia la star al tramonto Helen Sinclair, e
nonostante la penosa recitazione di Olive, tutto procede regolarmente. Ma
Cheech, il guardaspalle del boss, dalla pistola e dalla vena teatrale
altrettanto agili, assistendo alle prove, si rende conto di cosa non vada
nel meccanismo teatrale, e si ingegna, prima suscitando imbarazzo poi
stupore nel commediografo, a rendere agile e realistico il copione. Helen
Sinclair, tra l'altro, finisce per manifestare la ricambiata ammirazione
per l'autore in modo molto esplicito, mentre Olive, dal canto suo, si
diverte con il collega Warner Purcell afflitto da bulimia malinconica.
Diffidatolo dal rivolgere le sue attenzioni sulla donna, Cheech, che ormai
vede l'opera come sua, non tollera oltre lo scempio che Olive ne fa: e
dopo il felice esordio in provincia e la sostituzione per malattia della
giovane, si rende conto che senza di lei il lavoro è perfetto, e la
elimina dal cast, sparandole. Cheech tiene testa all'infuriato David, che
però non lo denuncia, ma non può sostenere a lungo l'alibi della guerra
tra bande per spiegare a Valenti la morte di Olive, ed il boss lo fa
eliminare proprio durante l'ennesima fortunata recita. Il bandito comunica
a David, spirando, un nuovo travolgente finale. Compreso che il
drammaturgo non è il suo mestiere e che l'amore di Helen, per la quale
aveva lasciato la fidanzata Ellen, è solo parvenza, il giovane torna a
casa riprendendosi la giovane Ellen e abbandonando la difficile arte del
drammaturgo. |
Sotto
sotto, l'invenzione narrativa attorno a cui ruota
Bullets Over Broadway
è poco più di una gag. Ma è forte l'idea paradosso che lo anima. E
l'intelligenza delle invenzioni, la finezza della sceneggiatura, la
bravura degli attori, tutti visibilmente felici di giocare al teatro nel
cinema, la trasformano in un gioco divertito e divertente, impreziosito
dalla smagliante e calda fotografia di Carlo Di Palma, dalle belle
scenografie di Santo Loquasto, dagli spiritosi costumi di Jeffrey Kurland.
Un gioiello minore nel grande serial di
Woody Allen. |
Irene Bignardi -
La Repubblica |
C'è di tutto: il
tema serio dell'artista che pur di arrivare scende a tutti i compromessi,
il tema ironico dei retroscena in teatro, e la parodia del cinema dei
gangsters ai tempi del Proibizionismo: collocati tutti, narrativamente, in
un ordine perfetto, senza che nulla si scontri o faccia inceppare, in
cifre in cui il brio si accompagna al sentimento e il dramma, quando si fa
avanti con spari e ammazzamenti resta egualmente lieve e quasi spiritoso
pur evitando ogni sospetto di cinismo. Perfette anche le tecniche, dalla
fotografia sempre magica di Carlo Di Palma, alle scenografie coloratissime
di Santo Loquasto, e perfetti, ovviamente, gli interpreti, a cominciare da
Chazz Palminteri che, nei panni della guardia del corpo aspirante
drammaturgo, disegna un personaggio tutto sapori ghiotti, capace
furbescamente di giostrarsi con dialoghi esilaranti e irresistibili. Il
commediografo è John Cusak che, vista la sua assenza, imita in tutto
Woody Allen, l'oca
giuliva è Jennifer Tilly, l'attrice anziana è Dianne Wiest, truccata da
vecchia e maliziosamente intenta a parodiare Gloria Swanson in
Viale del tramonto.
Una parodia nella parodia, uno spasso in più. |
Gian Luigi Rondi -
Il Tempo |
New
York, ultimi anni '20: per mettere in scena a Broadway un suo copione,
giovane commediografo di provincia accetta i dollari sporchi di un
gangster che vuole lanciare un'amichetta. S'intromette Ciccio, sicario e
guardia del corpo, che con i suoi suggerimenti gli migliora la commedia ed
elimina la ballerinetta, attrice troppo inetta. Fa pensare a un
gangster-film Warner Bros messo in immagini da Visconti, ammirevole per
ingegneria narrativa, vivacità di dialoghi, raffinatezza scenografica e
musicale. Sotto le apparenze ilari è un ironico apologo sull'arte e sul
teatro, ma c'è anche il tema dell'arte che deve avere radici nella realtà,
ma essere qualcosa di diverso. |
Il Morandini -
Dizionario dei Film |
promo |
New
York, ultimi anni '20: per mettere in scena a Broadway un suo
copione, giovane commediografo di provincia accetta i dollari
sporchi di un gangster che vuole lanciare un'amichetta...
C'è di tutto: il tema serio dell'artista che pur di arrivare
scende a tutti i compromessi, il tema ironico dei retroscena in
teatro e la parodia del cinema gangster ai tempi del
Proibizionismo. E in più l'intelligenza delle invenzioni, la
finezza della sceneggiatura, la bravura degli attori. Un gioco
divertito e divertente, un gioiellino del miglior Allen. |
cinélite
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