L'America
rurale, la passione e la nostalgia, il melodramma e
l'ironia. Steinbeck e Sirk, ma soprattutto William Blake
Herron. A Texas Funeral è un lavoro
semiautobiografico. "Vengo da un'antica stirpe di
falliti, gentiluomini del sud con sogni troppo grandi
rispetto alle loro possibilità. Alcuni anni fa mi venne
l'idea di scrivere qualcosa sulla mia famiglia, che ha
alle spalle una storia certo inusuale. Uno dei miei
antenati rubò dei dromedari all'esercito dell'Unione
durante la guerra civile; la leggenda racconta che cercò
di dar vita ad un reparto di cavalleria. Un altro dei
miei avi stava per diventare governatore. Caso volle che
venisse morso da un cane e così crepò prima di essere
eletto".
Paradosso e mitologia si intrecciano nel film di
questo trentaseienne di Forth Worth che dipinge un altro
quadro dell'America del sogno e del malessere, tra le
forti tradizioni della famiglia e le segrete disillusioni
dei suoi non-eroi, un affresco divertente e suggestivo.
L'occhio che fotografa la scena è quello del piccolo
Sparta che, già ipersensibile ed introverso, assiste, al
funerale del nonno, ad una scena tra il ridicolo e il
raccapricciante: nonna Murtis, china sulla bara, taglia
il lobo dell'orecchio del marito e lo conserva con
voluttuosa affettuosità. Se la vita reale non è facile
per Little Sparta (papà Zach non si capacita della sua
delicata personalità), il mondo fantastico della sua
infanzia ben si sposa con i fantasmi di famiglia: nella
stalla i leggendari antenati gli raccontano amabilmente
le loro storie (e il realismo magico dei flash-back
diventa la spina dorsale del film), nonno Sparta si
materializza al suo fianco rivelando via via
"segreti e bugie" di un passato ancora recente.
E' un intricato groviglio di spine esistenziali quello di
casa Sparta. Tanti anni prima il nonno ha ceduto al
fratello la parte di proprietà arida, ma proprio
da quei campi è spruzzato il petrolio. Il matrimonio tra
Zach mamma Mary Joan soffre di un evidente squilibrio di
personalità ("lei è una donna che avrebbe
potuto sposare qualcuno assolutamente migliore di
lui"); zia Miranda è internata in un istituto
(per il trauma di un aborto giovanile),esiste una
"mistica dell'orecchio" per cui il lobo dei
maschi di famiglia sublime oggetto del desiderio per le
loro donne. La riunione per la cerimonia funebre diventa
scatenante per tutte queste ataviche pulsioni, anche
perché il testamento rivela che il nonno si è macchiato
di un omicidio: ha ucciso Otis, il suo bracciate di
colore, scoperto nel letto con Murtis. Verremo a sapere
che si trattava di un malinteso (sempre legato al
fatidico orecchio), ma sono tante le realtà contraddette
in questa resa dei conti familiare: il dramma di Miranda
è legato ad un assurdo senso di colpa per un aborto
spontaneo e il cugino Clinton ha nella sua Cadillac
l'unico residuo del sua ricchezza, dopo che i pozzi
petroliferi si sono estinti. Mentre i dissidi si
ricompongono il piccolo Spart fa il suo primo passo
d'iniziazione. Imbraccia il fucile e, nella stalla, dà
il colpo di grazia all'ultimo vecchio dromedario... Nonno
Sparta può ora avventurarsi nei pascoli del cielo
accanto al suo fido animale, forse papà Zach lascerà i
suoi campi e andrà a lavorare a New York. Alla fine
degli anni'60 anche in Texas la storia è da riscrivere,
le antiche traduzioni del Sud agricolo devono fare i
conti coi tempi.
"Ho ambientato A Texas Funeral
nel 1968 perché è stato il momento in cui l'America
stava perdendo l'innocenza e il Texas era uno degli
ultimi posti ad accorgersi che il mondo stava cambiando.
La storia che corre parallela è ovviamente quella della
famiglia stessa che deve confrontarsi con la sua
mitologia e con la mancanza di verità che vi è in essa.
Così ho pensato che fosse un paragone interessante:
l'America che si trova a dover attraversare le proprie
disillusioni e la famiglia che doveva trovare una nuova
formula di se stessa da tramandare alla generazione
seguente. Lyndon B. Johnson era presidente - un vero
texano - e fu devastante quando capì che non si poteva
vincere la guerra dopo l'offensiva dei Tet in Vietnam.
Dopo di questo, prese la decisione di non ricandidarsi
alla presidenza e per molti texani fu come avessero
ucciso Dio" e.l. Il Mattino di Padova - 8 settembre 1999
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