Le nozze (La noce) |
da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro)
Dietro le unità di spazio, tempo e luogo delle Le nozze piccolo borghesi e un po’ mafiose del trasgressivo russo-francese Pavel Lounguine, premiato a Cannes per l’entusiasmo fragoroso del cast in cui si mescolano attori e paesani, batte il cuore dell’anima russa, servita con vodka, fra stupori, sdegni e speranze del mito post comunista e del nuovo stakanovismo capitalista. Gli sposi sono Tania, modella tornata da Mosca, e Michka, erede dell’«Idiota» dostoevskijano, la cui famiglia disapprova e ne ha conferma quando arriva alla festa, non per caso, il boss locale. Ma quel matrimonio s’ha da fare e si farà: poi, chissà. Alla maniera di Kusturica (pur senza quella genialità), con musiche di Chekassine in stile simil-Bregovic, il regista che ha denunciato il caos attuale sovietico racconta con esborso di fantasia e manierismo propri, odi, amori e rancori di un paesino minerario. In cui i vecchi brontolano, i giovani sognano di diventare gangster e non funzionari di partito, i poliziotti studiano da corrotti, i socialisti rimpiangono, gli amanti allungano le mani e il tasso alcolico cresce a vista d’occhio, come se questa convulsa voglia di vivere, cantare, ballare, amoreggiare fosse un’anestesia locale per qualcosa di peggiore ed ignoto. Energica e vitale anche quando prevedibile, franca e allegra anche quando ripetitiva, la farsa tragicomica non punta al solito pessimismo sociale già frequentato dall’autore di Taxi e Luna park, ma indica una via di resurrezione nella libertà di ogni stimolo e nella resistenza della solidarietà e anche, perché no, dell’humour...
da La Repubblica (Roberto Nepoti)
... E se la scelta di Longuine di girare con la telecamera digitale gli fa sgranare l’immagine e scontare un’illuminazione imperfetta, la perdita di qualità fotografica dei lunghi pianisequenza è compensata da un senso insolito di autenticità; quasi stessimo assistendo al reportage di una vera festa di matrimonio ripreso da qualche amico o parente degli sposi. Illusione rafforzata dalla eccezionale bravura del cast (premiato alla Croisette con una menzione speciale), che assortisce in modo sorprendente attori professionisti e veri abitanti del villaggio, interpreti di se stessi. A tratti la seconda parte, concentrata nell’unità di tempo e luogo della festa di nozze, diventa stremante per esuberanza: si sfiora l’isteria, nella velocità con cui Pavel passa dal riso alle lacrime, dalla felicità al più nero pessimismo. Però Le nozze è un film che parla delle cose fondamentali della vita - l’amore, l’amicizia, i genitori e i figli - con una generosità e un entusiasmo contagiosi.
TORRESINO febbraio 2001