da La Repubblica (Paolo D'Agostini) |
L'aspettativa di chi ha
investito sul film e sul regista Fausto Brizzi (per anni come co-writer al
servizio dei Natali di Neri Parenti) ci dice che nei suoi pensieri ci sta
proponendo un altro Muccino. Estate '89, vigilia di storici fatti, ultimo
giorno della terza liceo. Il nostro eroe pensa bene di togliersi i
sassolini accumulati nella scarpa insultando a sangue il professor
Martinelli detto Carogna. Solo che, e la Carogna aspetta sapientemente la
fine della filippica per rivelarlo, sarà proprio lui e non il collega già
previsto il "membro interno" all'esame. Partenza, dunque, a razzo per
questo effervescente, brillante film generazional-corale. Che ammicca da
tutte le parti possibili, dalla canzone di Antonello Venditti che gli dà
il titolo fino a ogni immaginabile stereotipo cinematografico - quelli i
cui archetipi si chiamano
Il laureato oppure
American Graffiti (dove nacque la
moda dei titoli di coda che ci annunciano il destino futuro dei
protagonisti) - anche se li sa servire in maniera aggraziata. Però siamo
più dalle parti del Veronesi-Muccino piccolo di
Che ne
sarà di noi e non c'è nulla della
densità de La scuola di
Luchetti-Starnone. |
cinélite TORRESINO all'aperto: giugno-agosto 2006