Niente per bocca
(Nil by Mouth) |
da Cineforum (Leonardo Gandini)
Gary Oldman è un attore dai fremiti sottili, una maschera di timidezza controllata, che lascia trasparire sottopelle un’energia violenta e distruttiva. Nil by Mouth è un film a sua immagine e somiglianza. In un’epoca di film inglesi che oscillano fra eleganti ricostruzioni accademico-letterarie e vibranti ritratti della classe operaia (a metà fra la feroce denuncia e l’ironico disincanto), Oldman sembra propendere per la seconda soluzione, ma con un taglio originale, privo di ogni umorismo. Come si fa infatti ad essere autoironici con una ferita ancora aperta? Basato su personali ricordi di giovinezza, questo esordio alla regia è un film di una freddezza che brucia, con la stessa intensità che divora le ansie dei suoi protagonisti. Sbilanciato ed eccentrico, Nil by Mouth divaga tra i set assurdi dell’Inghilterra proletaria, gli improvvisi scoppi di una violenza senza limiti, gli ossessivi atti mancati, le esitazioni affettive. In questo suo procedere ondivago Oldman elimina ogni psicologismo, si concentra sui gesti imprevedibili e sulle parole torrenziali dei suoi eroi, isolando volti e corpi su sfondi indistinti, grigi, piovosi, funesti. Dando alle inquadrature un taglio ravvicinato, il cineasta elimina ogni possibile implicazione sociopolitica. A lui interessa solo l’umanità. E il brivido che una tale rivelazione comporta.