Nella casa
(Dans la maison)
François Ozon - Francia
2012
- 1h 45' |
Gira e rigira
siamo sempre lì. Il cinema evolve, nascono nuovi formati, il digitale
trionfa. Ma l'effetto più potente lo offre ancora un mezzo vecchio quanto
l'umanità: l'immaginazione. Bastano un narratore di talento, un
ascoltatore attento, ed ecco nascere un mondo tutto fascino e mistero.
Anche se è banale e tutt'altro che esotico, perché è il racconto che fa il
mondo, non viceversa. Ma cosa succede se l'ascoltatore (lo spettatore) si
fa complice del narratore e penetra in quel mondo modificando gli eventi
secondo i suoi gusti? È la frontiera su cui lavorano i videogame delle
ultime generazioni, ma il professor Germain Germain, nome e cognome (Fabrice
Luchini, sempre meraviglioso), non sa nemmeno cosa sia un videogame. Lui
insegna letteratura, crede nel potere della parola, darebbe un braccio per
essere uno scrittore di talento. Figuriamoci cosa succede quando fra i
temi dei suoi sciaguratissimi allievi ne trova uno che letto ad alta voce
cattura all'istante lui, sua moglie (Kristin Scott Thomas). E naturalmente
noi, in platea. Chi ha scritto quelle parole così acute e pungenti? Chi è
Claude (Ernst Umhauer, una rivelazione), quel liceale intelligente e
perverso che descrive con tanta acre esattezza l'interno borghese del suo
compagno di classe Raphael detto Rapha, la sua vita ordinaria, i suoi
genitori affettuosi e frustrati, le loro abitudini che celano abissi di
non detto - e per giunta conclude il tema con un malizioso "continua"?
(...) Altro che sei, qui siamo a zero gradi di separazione! Con un
professore che invece di osservare la giusta distanza tra docente e
allievo, si lascia irretire dal suo (invidiabile) talento; e con la scusa
di fargli da tutore letterario emenda, corregge, suggerisce strategie
stilistiche e narrative dalle conseguenze molto concrete - forse. E non
solo nella vita di Rapha e famiglia, ma anche in quella di Claude e dello
stesso prof., in un vorticare di rimandi e citazioni (Flaubert, Tolstoj,
Pasolini, Céline, o il Salinger letto dall'assassino di John Lennon,
perché «la letteratura non insegna niente») che fanno pensare molto
a
Woody Allen
ma non diventano mai leziose. E fanno di questo film ispirato a una pièce
dello spagnolo Juan Mayorga una brillante variazione sui temi cari a Ozon,
l'eros, la creazione, la seduzione, il potere delle immagini e delle
parole. Con un epilogo non all'altezza del resto, anche se Ozon gioca a
carte scoperte (il finale è sempre la cosa più difficile). Che comunque
non pregiudica l'intelligenza e il divertimento del gioco a cui siamo
invitati. |
Fabio Ferzetti - Il
Messaggero
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È il cinema
francese, così bello quando è bello.
Nella casa per
tematica e struttura è un film per intenditori, ma lo consigliamo a tutti
perché di fronte alla qualità bisogna pure aprirsi al nuovo e prendere dei
rischi. La qualità di cui parliamo è, ovviamente, quella specifica del
cinema che si potrebbe - come hanno insegnato Hitchcock, Chabrol o
Polanski - tradursi nel termine «manipolazione». (...) attori in stato di
grazia come Luchini e Scott Thomas si trasformano ora in voyeurs morbosi,
ora in parassiti dell'immaginazione, ora in psicanalisti impietosi
dell'irrisa ed esorcizzata «classe media». Il regista, appunto, sembra
sovrintendere a un teatrino già manovrato da un drammaturgo occulto, il
feuilleton quotidiano di una famiglia anormale nella sua normalità.
Proprio come quelle del professore e forse di tutti noi spettatori. Altro
che storie vere (che noia),
Nella casa è un
piccolo capolavoro che ci parla dell'artificio, dell'immaginazione,
dell'evasione, in una parola della creazione. |
Valerio Caprara - Il
Mattino |
Se
di colpa si può parlare, quella dell'ultimo film di Ozon è di essere fin
troppo raffinato. Saggio sul voyeurismo, storia di formazione, parabola
sulla creazione letteraria,
Nella casa si
muove tra gli estremi della realtà e della finzione, sostando anche nel
terreno intermedio del surrealismo (quando il professore compare nelle
scene in cui non potrebbe essere, commentandole); spesso senza farti
capire se quel che vedi accade davvero, oppure è la trascrizione in
immagini dei temi del ragazzo. È proprio qui, però, che risiede uno dei
principali fascini di questo film ispirato; la cui unica debolezza è,
forse, quella 'famiglia media' di portata seduttiva troppo scarsa. |
Roberto Nepoti - La
Repubblica |
promo |
Un professore
di Lettere scopre che tra i suoi studenti di Liceo ce n'è uno
particolarmente dotato nella scrittura e decide di incoraggiarlo,
senza tuttavia rendersi conto che il suo intervento scatenerà una
serie di eventi incontrollabili... Una brillante variazione sui
temi cari a Ozon (l'eros, la seduzione, il potere delle immagini e
delle parole) che si concretizza in una storia di formazione. Il
film si muove tra gli estremi della realtà e della finzione in cui
la regia sembra sovrintendere a un teatrino già manovrato da un
drammaturgo occulto. Una parabola sulla creazione letteraria, un
piccolo capolavoro. |
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