I
marciapiedi di New York (Sidewalks
of New York)
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da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro)
Ancora e sempre il girotondo. Quello di Arthur Schnitzler, qui riveduto e corretto dall'originale talento indipendente, Edward Burns, regista produttore sceneggiatore e attore anche di Brothers McMullen. Con l'aria di svolgere una finta inchiesta sull'amore, il film interroga per strada, occhio in macchina, sei trentenni o giù di lì, per interrogarli sulla difficoltà degli innamoramenti e amori di una New York non mutilata delle Twin Towers. Chiaro che questi personaggi s’incontrano, si scontrano, si amano, si sfiorano, si desiderano secondo i comandamenti dell'odio amore reciproco e, nonostante qualche ripetizione, il gioco funziona perché è vario. Gli attori lo reggono con simpatia, ci mettono un plusvalore sentimentale, e Stanley Tucci, il reprobo marito che tradisce, assicura che sono gli europei a insegnare la monogamia con l'amante: ma sarà l'amore o il sesso che incasina tutto? Si sa che negli affari romantici il potere del destino è primario. Parente solo esteriore delle vere inchieste sull'amore che anche Pasolini faceva nell'Italia '60, I marciapiedi di New York è un racconto dialettico, qua e là raffinato, perfino un poco sociale: qui l'Upper Side, con le librerie e i video store cari a Woody Allen, là il Queens e Brooklyn con ponti e tunnel. Una gradevole cartina geografica di situazioni anche non nuove, ma in cui lo stesso Burns,, la Heather Graham sfuggita allo Squartatore, Dennis Farina, David Krumholtz, Rosario Dawson, Brittany Murphy e l'ipocrita dentista Tucci offrono un contributo di complicità a incastri alternati e montaggio non sincronizzato. E quando si nomina Clinton, non è invano.
LUX-TORRESINO
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febbraio-marzo
2002
cinélite
TORRESINO
all'aperto:
giugno-agosto 2002