Judy
Berlin |
Premio miglior regia al SundanceFilm Festival 99
da FilmTv (Enrico Magrelli)
La sospensione è la chiave narrativa del notevole esordio alla regia dell'assistente costumista di Woody Allen che affida a bravissimi attori, presi dalla tv, l'interpretazione di un ambiguo esistenzialismo di periferia. A Babylon, Long Island, le foglie che coprono i prati delle casette unifamiliari e le strade deserte annunciano l'arrivo dell'autunno. L'aria è frizzante, i "colori", nel bel bianco e nero di Jeffrey Seckendorf, si attenuano. La scuola locale ha riaperto da due giorni e Judy Berlin è in procinto di partire per Los Angeles. Insegnare, recitare, dirigere un film sono le attività principali o le ambizioni deboli degli abitanti, malinconici, irrisolti, stupefatti, frustrati, della piccola città nella quale la vita scorre lentissima. Un'esistenza sospesa e amara. Frasi logorate dall'uso ed esistenze procrastinate: "Vorrei, vorrei, io vorrei tanto tornare giovane d'incanto" ripete nella sua giaculatoria magica una straordinaria e ritrovata Madeline Kahn, la mamma inquieta. "Così potrebbe finire un film. Tu sali su un treno" suggerisce David, il regista mancato, alla sua vecchia compagna di scuola. Un'eclissi solare avvolgerà in una notte precoce, infinita e affascinante le attese vane della comunità.